[Lectio5] Le primizie, certo, sono della stessa specie e della stessa natura degli altri frutti: di cui si offrono a Dio le primizie in riconoscenza d'una raccolta abbondante; offerta sacra per tutti i suoi doni, offerta per così dire della natura rinnovellata. Cristo dunque è primizia di quelli che sono nel riposo. Ma egli lo è soltanto di quelli che riposano in lui, che, liberatisi dalla morte, sono sotto l'impero d'un dolce sonno, o lo è di tutti i morti? «Ma come tutti muoiono in Adamo, così tutti saranno vivificati in Cristo» (Cor. 15,22). E perciò come le primizie della morte si trovano in Adamo, così le primizie della risurrezione sono in Cristo, e tutti risorgeranno. Pertanto nessuno disperi, né il giusto si dolga di questa comune risurrezione, aspettando egli una ricompensa tutta speciale della sua virtù. «Tutti certo risorgeranno, dice l'Apostolo, ma ciascuno al proprio posto» (Ibi). Il frutto della clemenza divina è comune a tutti, ma distinto sarà l'ordine dei meriti. [Lectio6] Osserviamo quanto è grave il sacrilegio di non credere alla risurrezione. Perché se noi non risorgiamo, Cristo dunque è morto inutilmente, Cristo dunque non è risorto. Difatti s'egli non è risuscitato per noi, egli non è risuscitato in alcun modo, non avendo egli alcun motivo di risuscitare per se stesso. Il mondo è risuscitato in lui, il cielo è risuscitato in lui. la terra è risuscitata in lui. «Ci sarà un cielo nuovo e una terra nuova» (2Petri 3,13). Per lui, che i legami della morte non trattenevano, la risurrezione non era punto necessaria. Perché sebbene egli sia morto come uomo, tuttavia era libero negli stessi inferni. Vuoi sapere quant'era libero? «Son divenuto come un uomo senza aiuto, io che fra i morti libero (scendo)» (Ps. 87,5). E veramente libero, perché poteva risuscitarsi, secondo sta scritto: «Disfate questo tempio, e in tre giorni lo rimetterò in piedi» (Joann. 2,19). E veramente libero, egli che era disceso per redimere gli altri. [Lectio7] Lettura del santo Vangelo secondo Giovanni !Giov 16:23-30 In quell'occasione: Gesù disse ai suoi discepoli: In verità, in verità vi dico: se domanderete qualche cosa al Padre in mio nome, egli ve la darà. Eccetera. _ Omelia di sant'Agostino Vescovo !Trattato 102 su Giovanni Ora dobbiamo spiegare queste parole del Signore: «In verità, in verità vi dico: se domanderete qualche cosa al Padre in mio nome, egli ve la darà» (Joann. 16,23). Abbiamo già detto nella prima parte di questo discorso del Signore, per istruzione di quelli che si rivolgono al Padre, in nome di Cristo e non sono esauditi, che ogni preghiera contraria agli interessi della salute, non è fatta a nome del Salvatore. Poiché per le parole: «In mio nome», non si deve intendere un, suono di lettere e di sillabe, ma ciò che questo suono significa e ciò che con esso giustamente e veramente si deve intendere. [Lectio8] Perciò chi pensa di Cristo quel che non si deve pensare dell'unigenito Figlio di Dio, non domanda in suo nome, sebbene pronunzi le lettere e le sillabe (che formano il nome) di Cristo: perché egli prega in nome di colui ch'è presente al suo pensiero allorché prega. Chi invece pensa di lui ciò che si deve pensare, questi prega in suo nome: ed ottiene quanto domanda, se tuttavia non domanda nulla di contrario alla sua eterna salvezza. Però l'ottiene quando è bene per lui di ottenerlo. Infatti ci sono delle grazie che non ci vengono negate: ma ci sono differite per esserci concesse a tempo opportuno. Si deve dunque intendere con queste parole: «Ve la darà» (Joann. 16,24); che egli ha voluto designarvi i benefici particolari a quelli che li domandano. Difatti tutti i Santi sono esauditi per se stessi, ma non lo sono sempre per tutti, per i loro amici o nemici o chiunque altro: perché il Signore non dice assolutamente: «La darà»; ma: «La darà a voi».