[Officium] Dominica III in Quadragesima [Ant 1] E il padre * disse ai servi: Presto, portate la veste più bella, e vestitelo, mettetegli un anello al dito e dei calzari ai piedi. [Oratio] Riguarda, te ne preghiamo, Dio onnipotente, ai nostri umili voti: e stendi a nostra difesa le destra della tua maestà. $Per Dominum [Lectio1] Dal libro del Genesi !Gen 37:2-10 2 Giuseppe ancor giovinetto, essendo di sedici anni, pasceva il gregge coi suoi fratelli: stava coi figli di Baia e di Zelfa, mogli di suo padre, quando accusò al padre i suoi fratelli di un pessimo delitto. 3 Or Israele amava Giuseppe più di tutti i suoi figli, perché l'aveva avuto nella vecchiaia: e gli aveva fatto una veste di vari colori. 4 Ma i suoi fratelli vedendo ch'era amato dal padre più di tutti gli altri figli, l'odiavano e non potevano parlargli pacificamente. 5 Avvenne ancora ch'egli raccontò ai suoi fratelli un sogno che aveva veduto: il che fu un semenzaio di odio maggiore. 6 Disse dunque loro: Udite il sogno che ho visto: 7 Mi pareva che noi fossimo in campagna a legar dei covoni: e che il mio covone si fosse alzato e stesse diritto, e che i vostri covoni stando intorno adorassero il mio. 8 Risposero i suoi fratelli: Sarai tu forse nostro re? o noi sarem soggetti al tuo potere? Questa cosa dunque dei sogni e dei discorsi aggiunse esca all'invidia e all'odio. 9 Ebbe anche un altro sogno che raccontò ai fratelli dicendo: Ho visto in sogno come se il sole, la luna e undici stelle mi adorassero. 10 Quando lo raccontò a suo padre e ai suoi fratelli, suo padre lo sgridò e gli disse: Che vuol dire questo sogno che hai fatto? forse che io, tua madre e i tuoi fratelli prostrati per terra ti adoreremo? [Responsory1] R. I fratelli veduto da lontano Giuseppe, parlavano fra di loro, e dicevano: Ecco che arriva il sognatore: * Venite, ammazziamolo, e vediamo che gli giovino i suoi sogni. V. I suoi fratelli vedendo che Giuseppe era amato dal padre più di tutti gli altri fratelli, l'odiavano e non potevano parlargli pacificamente, perciò dicevano. R. Venite, ammazziamolo, e vediamo che gli giovino i suoi sogni. [Lectio2] !Gen 37:11-20 11 I suoi fratelli pertanto gli portavano invidia: ma il padre considerava la cosa in silenzio. 12 Stando i suoi fratelli a pascere i greggi del padre in Sichem, 13 Israele gli disse: I tuoi fratelli pascolano le pecore in Sichem: vieni, e io ti manderò da loro. E rispondendo egli: 14 Eccomi; gli disse: Va, e vedi come stanno i tuoi fratelli e il gregge: e riferiscimi quel che si fa. Mandato dalla Valle di Ebron, arrivò a Sichem: 15 e lo incontrò un uomo, che, vedutolo girar per la campagna, gli domandò cosa cercasse. 16 Ed egli rispose: Cerco i miei fratelli, insegnami dove pascolano i greggi. 17 E colui gli disse: Sono partiti di qui: perché li ho uditi dire: Andiamocene a Dotain. Giuseppe andò quindi in traccia dei suoi fratelli, e li trovò in Dotain. 18 Questi, come lo videro da lontano, prima ancora ch'egli fosse loro vicino, combinarono di ucciderlo, 19 e dicevano l'uno all'altro: Ecco che arriva il sognatore: 20 venite, ammazziamolo e gettiamolo nella cisterna vecchia, e poi diremo: Una bestia feroce l'ha divorato: e allora si vedrà che gli giovino i suoi sogni. [Responsory2] R. Disse Giuda ai suoi fratelli: Ecco, passano degli Ismaeliti; venite, vendiamolo, e non imbrattiamo le nostre mani: * Perché egli è nostra carne e nostro fratello. V. Che ci gioverà, se ammazzeremo un nostro fratello, e celeremo la sua morte? è meglio venderlo. R. Perché egli è nostra carne e nostro fratello. [Lectio3] !Gen 37:21-28 21 Ma Ruben udito ciò, cercò di liberarlo dalle loro mani, e diceva: 22 Non toglietegli la vita e non spargete sangue: ma gettatelo in questa cisterna ch'è nel deserto, e non contaminate le vostre mani. E diceva così perché voleva liberarlo dalle loro mani, e restituirlo a suo padre. 23 Appena dunque giunse presso i suoi fratelli, lo spogliarono della veste talare a vari colori, 24 e lo calarono nella cisterna vecchia ch'era secca. 25 E postisi a sedere per mangiare il pane, videro dei passeggeri Ismaeliti che venivan da Galaad, i cui cammelli portavano aromi, resina e mirra in Egitto. 26 Allora Giuda disse ai suoi fratelli : Che ci gioverà, se ammazzeremo un nostro fratello e celeremo la sua morte? 27 È meglio venderlo agl'Ismaeliti e non imbrattare le nostre mani: perché egli è nostro fratello e nostra carne. Si acquietarono i fratelli alle sue parole. 28 E mentre passavano quei mercanti Madianiti, lo trassero dalla cisterna, e per venti monete d'argento lo venderono a certi Ismaeliti, che lo condussero in Egitto. [Responsory3] R. Estratto Giuseppe dalla cisterna, lo vendettero a degli Ismaeliti per venti monete d'argento: * E ritornato Ruben alla cisterna, e non avendolo trovato, si strappò le vesti piangendo e disse: * Il fanciullo non si vede, e io dove andrò? V. Ma essi intrisa la veste di Giuseppe nel sangue d'un capretto, mandarono a portarla al padre e a dirgli: Guarda se è la tunica di tuo figlio o no. R. E ritornato Ruben alla cisterna, e non avendolo trovato, si strappò le vesti piangendo e disse: &Gloria R. Il fanciullo non si vede, e io dove andrò? [Responsory3](rubrica 1960 aut rubrica monastica) R. Estratto Giuseppe dalla cisterna, lo vendettero a degli Ismaeliti per venti monete d'argento: * E ritornato Ruben alla cisterna, e non avendolo trovato, si strappò le vesti piangendo e disse: Il fanciullo non si vede, e io dove andrò? V. Ma essi intrisa la veste di Giuseppe nel sangue d'un capretto, mandarono a portarla al padre e a dirgli: Guarda se è la tunica di tuo figlio o no. R. E ritornato Ruben alla cisterna, e non avendolo trovato, si strappò le vesti piangendo e disse: Il fanciullo non si vede, e io dove andrò? [Lectio4] Dal libro di sant'Ambrogio Vescovo sul santo Giuseppe _ La vita dei Santi è una regola di vita pel resto degli uomini. Perciò troviamo nella Scrittura una serie di racconti dettagliati : affinché leggendoli impariamo a conoscere Abramo, Isacco, Giacobbe e gli altri giusti, e possiamo percorrere, camminando sulle loro tracce, il sentiero dell'innocenza segnato dalla loro virtù. Io ho già trattato frequentemente di essi, e oggi si offre alla nostra attenzione la storia del santo Giuseppe: il quale se ebbe moltissime virtù, rifulse principalmente per la sua insigne castità. Pertanto è giusto che dopo aver riconosciuto in Abramo l'eroico ossequio alla fede, in Isacco la purezza d'un animo sincero, in Giacobbe un coraggio singolare e una grande pazienza nelle traversie, voi passiate da questa idea generale delle virtù ad osservarne attentamente i caratteri particolari. [Responsory4] R. Vedendo Giacobbe la veste di Giuseppe, si stracciò le vesti piangendo, e disse: * Una bestia feroce ha divorato il mio figlio Giuseppe. V. I suoi fratelli presero la sua veste e la mandarono al padre: e il padre riconosciutala, disse. R. Una bestia feroce ha divorato il mio figlio Giuseppe. [Lectio5] Il santo Giuseppe ci sia dunque proposto come specchio di castità. La purezza splende nei suoi costumi, nei suoi atti, insieme allo splendore d'una certa grazia ch'è la compagna della castità. Onde anche i genitori l'amavano più degli altri figli. Ma ciò fu causa d'invidia: il che non devesi tacere: perché essa fu l'origine dei fatti che formano il seguito della storia di Giuseppe: e perché insieme impariamo che un uomo perfetto non si lascia trasportare mai dal desiderio di vendicare l'offesa, o di rendere male per male. Onde Davide dice: «Se ho reso male a chi me ne faceva». [Responsory5] R. Giuseppe nell'entrare nella terra d'Egitto, udì una lingua che non conosceva : le sue mani servirono nei lavori: * E la sua lingua tra i principi parlava con sapienza. V. Umiliarono nei ceppi i suoi piedi: il ferro trafisse l'anima sua, finché s'avverò la sua parola. R. E la sua lingua tra i principi parlava con sapienza. [Lectio6] In che Giuseppe avrebbe meritato d'esser preferito agli altri, s'egli avesse offeso quelli che l'offendevano, o se non avesse amato che coloro che l'amavano? Questo lo fanno molti. Ma ciò ch'è mirabile si è di amare il proprio nemico, come insegna il Salvatore. Giuseppe è dunque veramente degno d'ammirazione perché perdonando i suoi offensori, dimenticando l'ingiuria fattagli, non prendendo vendetta di coloro che l'avevano venduto, ma rendendo benefìci per l'oltraggio, egli praticò prima del Vangelo un precetto che dopo il Vangelo noi lo apprendiamo tutti senza poterlo osservare. Sappiamo dunque che i Santi han dovuto sopportare la gelosia, affinché ne imitiamo la pazienza: e riconosciamo ch'essi non furono d'una natura più eccellente della nostra, ma più osservante (dei doveri): e che non ignorarono le cattive tendenze, ma si corressero dei loro difetti. Che se la fiamma dell'invidia ha toccato anche i Santi, quanto più si deve badare che non bruci i peccatori? [Responsory6] R. Ricordati di me quando ti troverai bene: * E suggerisci a Faraone che mi tragga da questa carcere: * Perché fui rapito con frode, e innocente sono stato messo qui in prigione. V. Ancora tre giorni, dopo i quali Faraone si ricorderà dei tuoi servigi, e ti rimetterà nell'ufficio di prima: allora ricordati di me. R. E suggerisci a Faraone che mi tragga da questa carcere: &Gloria R. Perché fui rapito con frode, e innocente sono stato messo qui in prigione. [Lectio7] Lettura del santo Vangelo secondo Luca !Luca 11:14-28 In quell'occasione: Gesù stava scacciando un demonio ch'era muto. E scacciato il demonio, il muto parlò, e le turbe si meravigliarono. Eccetera. _ Omelia di san Beda, il Venerabile, Prete !Libr. 4 cap. 48 al cap. 11 di Luca Questo indemoniato da Matteo ci viene presentato non solo muto, ma anche cieco: e si dice che il Signore lo guarì in modo che ricuperò la parola e la vista. Tre miracoli furono dunque operati insieme in un sol uomo: cieco vede, muto parla, posseduto dal demonio ne viene liberato. Ciò che avvenne allora non ebbe, è vero, che effetti corporali, ma un fatto analogo si compie (invisibilmente) ogni giorno nella conversione di (quelli che diventano) credenti: prima viene scacciato il demonio dalla loro anima, scorgono la luce della fede; e poi la loro bocca, muta fino allora, s'apre per lodare Dio. Ma alcuni di loro dicevano: « Egli scaccia i demoni per l'aiuto di Beelzebub, principe dei demoni» (Luc. 11,16). Quelli che lo calunniavano così non erano del popolo, ma dei farisei e degli scribi, come l'attestano gli altri Evangelisti. [Responsory7] R. Giustamente soffriamo questo, perché abbiamo peccato contro il nostro fratello, vedendo l'angoscia dell'anima sua, mentre ci scongiurava, e noi non gli demmo ascolto: * Perciò ci è venuta addosso [questa] tribolazione. V. Disse Ruben ai suoi fratelli: Non ve lo dissi forse: Non vogliate peccare contro il fanciullo; e voi non mi deste retta? R. Perciò ci è venuta addosso [questa] tribolazione. [Lectio8] La folla del popolo, ch'era più semplice, ammirava sempre i miracoli del Signore; mentre quelli o si sforzavano di negarli, o, se non potevano negarli, di alterarli con una spiegazione sfavorevole, come se questi miracoli fossero stati l'opera non della divinità, ma dello spirito immondo. «E altri, per metterlo alla prova, gli chiedevano un segno dal cielo» (Luc. 11,16). Essi desideravano che facesse discendere il fuoco dal cielo alla maniera d'Elia, ovvero che, per un prodigio simile a quello di Samuele, a un tratto in un bel giorno d'estate, rumoreggiassero i tuoni, balenassero i fulmini, scrosciasse la pioggia: come se non avessero potuto ricorrere ancora alle loro calunnie ordinarie, e attribuire questi fatti a cause occulte, e alle diverse perturbazioni atmosferiche. E tu che snaturi ciò che vedi coi tuoi occhi, ciò che tocchi con mano, ciò che sperimenti utile, che faresti de' prodigi che ti venissero dal cielo? Tu non mancheresti di rispondere, che anche i maghi in Egitto hanno fatto molti prodigi nell'aria. [Responsory8] R. Disse Ruben ai suoi fratelli: Non ve lo dissi forse: Non vogliate peccare contro il fanciullo, e voi non mi deste retta? * Ecco che ci si ridomanda il suo sangue. V. Giustamente soffriamo questo, perché abbiamo peccato contro il nostro fratello, vedendo l'angoscia dell'anima sua, mentre ci scongiurava, e noi non gli demmo ascolto. R. Ecco che ci si ridomanda il suo sangue. [Lectio9] Ma egli vedendo i loro pensieri, disse loro: «Ogni regno diviso contro se stesso andrà in rovina e le sue case cadranno una sull'altra » (Luc. 11,17). Egli non rispose alle loro parole, ma ai pensieri: perché almeno così fossero obbligati a credere alla potenza di lui, che vedeva i segreti del loro cuore. Or, se ogni regno diviso contro se stesso va in rovina, dunque il regno del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo non è punto diviso; perché senza contestazione alcuna e senza alcuna scossa rimarrà in un'eterna stabilità. «Or poiché dite che scaccio i demoni per l'aiuto di Beelzebub, se anche satana è discorde in se stesso, il suo regno come si reggerà?» (Luc. 11,18). Parlando così, egli voleva far loro comprendere, dalla loro stessa confessione, che rifiutandosi di credere in lui, si sceglievano di essere sorto il dominio del diavolo, il cui regno discorde contro se stesso non potrà evidentemente reggersi. [Responsory9] R. Giacobbe si lamentava dei due suoi figli: Povero me, sono addolorato per la perdita di Giuseppe, e troppo triste per Beniamino condotto per ottenere dei viveri: * Prego il Re del cielo che lo faccia rivedere a me troppo desolato. V. Giacobbe prostratosi bocconi per terra con grandi lacrime e adorando, disse. R. Prego il Re del cielo che lo faccia rivedere a me troppo desolato. &Gloria R. Prego il Re del cielo che lo faccia rivedere a me troppo desolato. [Ant Laudes] Mostrati benigno * per la tua bontà, o Signore, così che siano edificate le mura di Gerusalemme. Il Signore * è il mio aiuto, non temerò di quanto possa farmi l'uomo. L'anima mia * s'è attaccata a te, o mio Dio. La sua propria forza * dimenticò il fuoco: affinché i tuoi servi fossero liberati illesi. Sole e luna, * lodate Dio: perché il nome di lui solo è sublime. [Capitulum Laudes] !Efe 5:1-2 v. Fratelli: Siate imitatori di Dio, come figli carissimi: e camminate nella carità, ad imitazione di Cristo che ci ha amati, e per noi ha dato se stesso a Dio oblazione e ostia di soave odore. $Deo gratias [Ant 2] Quando un uomo forte e ben armato * custodisce l'ingresso di sua casa, è in sicuro quanto egli possiede. [Ant Prima] Dopo che Gesù ebbe scacciato * il demonio, il muto parlò, e le turbe si meravigliarono. [Ant Tertia] Se è col dito di Dio * che scaccio i demoni, vuol dire che è venuto a voi il regno di Dio. [Ant Sexta] Chi non raccoglie con me, * dissipa: e chi non è con me, è contro di me. [Capitulum Sexta] !Efe 5:5 v. Perché sappiatelo bene, che nessun disonesto, o impudico, o avaro, cioè idolatra, sarà erede nel regno di Cristo e di Dio. $Deo gratias [Ant Nona] Quando lo spirito immondo * è uscito da un uomo, gira per luoghi aridi, in cerca di riposo, e non lo trova. [Capitulum Nona] !Efe 5:8-9 v. Perché una volta eravate tenebre, ma adesso siete luce nel Signore: camminate (dunque) da figli della luce: or il frutto della luce consiste in tutto ciò ch'è buono, giusto e vero. $Deo gratias [Ant 3] Una donna, * levando la voce di mezzo alla folla, gli disse: Beato il seno che ti ha portato, e le poppe che hai succhiato. Ma Gesù le rispose: Non solo, ma beati quelli che ascoltano la parola di Dio e la mettono in pratica.