[Officium] Feria Quarta infra Octavam Corporis Christi [Officium] (rubrica 196 aut rubrica 1955) Feria IV infra Hebdomadam II post Octavam Pentecostes [Lectio1] Dal primo libro dei Re !1 Sam 6:19-21; 7:1 19 Il Signore poi percosse gli uomini di Betsames, perché avevano guardato l'arca del Signore; e fece morire settanta uomini del popolo e cinquantamila della plebe. E il popolo pianse perché il Signore aveva percossa la plebe con sì gran flagello. 20 Pertanto gli uomini di Betsames dissero: Chi potrà stare al cospetto del Signore, di questo Dio santo? e verso chi salirà egli (partendo) da noi? 21 Allora spedirono dei messi agli abitanti di Cariatiarim perché dicessero: I Filistei han ricondotta l'arca del Signore: scendete, e riportatela tra voi. 1 Andaron dunque gli uomini di Cariatiarim, e ricondussero l'arca del Signore, e la portaron nella casa di Abinadab in Gabaa; e consacrarono Eleazaro, suo figlio, perché custodisse l'arca del Signore. [Lectio2] !1 Sam 7:2-4 2 E dal dì in cui l'arca del Signore fu posta in Cariatiarim era passato molto tempo (cioè venti anni), e tutta la casa d'Israele ebbe pace, seguendo il Signore. 3 Allora Samuele disse a tutta la casa d'Israele: Se con tutto il vostro cuore vi convertite al Signore, togliete di mezzo a voi gli dèi stranieri, Baalim e Astarot, e preparate i vostri cuori al Signore e servite a lui solo, egli vi libererà dalle mani dei Filistei. 4 Allora i figli d'Israele tolsero via Baalim e Astarot, e servirono soltanto al Signore. [Lectio3] !1 Sam 7:5-8 5 Quindi Samuele disse: Radunate tutto Israele in Masfat perché io preghi il Signore per voi. 6 E convennero in Masfat, e, attinta dell'acqua, la sparsero dinanzi al Signore, e digiunarono quel giorno, dicendo: Abbiamo peccato contro il Signore. Samuele dunque giudicò Israele in Masfat. 7 Ora i Filistei come seppero che i figli d'Israele s'erano radunati a Masfat, i satrapi dei Filistei si mossero contro Israele. A questa notizia i figli d'Israele ebbero paura dei Filistei, 8 e dissero a Samuele: Non cessar d'innalzare la tua voce al Signore Dio nostro per noi, affinché ci salvi dalle mani dei Filistei. [Lectio4] Dal libro di sant'Ambrogio Vescovo sui Sacramenti !Lib. 4. Cap. 4. Chi è l'autore dei sacramenti, se non il Signore Gesù? Questi sacramenti sono venuti dal cielo. Come pure dal cielo viene ogni misericordia. Quando Dio fece piovere la manna dal cielo per il suo popolo fu, per verità, un miracolo grande e affatto divino, e senza nessuna fatica il popolo trovava il suo nutrimento. Tu forse dici: Il pane che vedo là, è il mio pane ordinario. Sì, fino alle parole sacramentali, questo non è che del pane; ma avvenuta la consacrazione, questo pane diventa la carne di Cristo. Facciamone la prova. Come del pane può diventare il corpo di Cristo? Mediante la consacrazione. Con quali parole si opera la consacrazione, e chi le pronunzia? (Colle parole) del Signore Gesù. Il resto del sacrificio si compone, infatti, di lodi offerte a Dio, di preghiere per il popolo, per i re e per gli altri: ma quando il sacerdote è per compiere l'augusto mistero, non si serve più delle sue parole, ma di quelle di Cristo. [Lectio5] È dunque la parola di Cristo che produce questo Sacramento. Quale parola di Cristo? Quella cioè «per cui sono state fatte tutte le cose» (Joann. 1,3). Il Signore comandò, ed il cielo fu: il Signore comandò, e la terra fu: il Signore comandò, e i mari furono: il Signore comandò, ed ogni creatura fu generata. Vedi dunque quanto fattiva è la parola di Cristo. Se dunque c'è tanta forza nella parola del Signore Gesù da dar l'esistenza a ciò che non era; quanto più non avrà la forza di cambiare in altre (sostanze) le sostanze che esistono? Il cielo non era, il mare non era, la terra non era. Ma ascolta la Scrittura: «Egli disse, e le cose furono: egli comandò, e furono create» (Ps. 32,10). Per risponderti, ti dirò dunque che questo non era il corpo di Cristo prima della consacrazione; ma dopo la consacrazione, ti dico che allora è il corpo di Cristo. Egli stesso ha parlato, e s'è fatto: egli ha comandato, e s'è realizzato. [Lectio6] Ora ritorna con me alla mia proposizione. Certo, fu miracolo grande e venerabile l'essere piovuta ai Giudei la manna dal cielo. Ma intendi che è più, la manna del cielo, o il corpo di Cristo? Certo il corpo di Cristo, ch'è autore del cielo. Di più, chi mangiò la manna, morì: ma chi mangerà questo corpo, otterrà la remissione dei peccati, e non morrà in eterno. Non senza ragione dunque tu, quando lo ricevi, dici: Così è; confessando anche collo spirito che ricevi il corpo di Cristo. Il sacerdote ti dice: Il corpo di Cristo; e tu rispondi: Cosi è, cioè: È vero. Quello che la lingua confessa, lo conservi il cuore. [Lectio7] Lettura del santo Vangelo secondo Giovanni !Joannes 6:5-59 In quell'occasione: Gesù disse alle turbe dei Giudei: La mia carne è veramente cibo, ed il mio sangue è veramente bevanda. Eccetera. _ Omelia di sant'Ilario Vescovo !Libro 8 della Trinità, prima della metà Delle cose di Dio non si deve parlare secondo i pensieri e i sentimenti del mondo. Leggiamo le Scritture, cerchiamo di comprendere ciò che leggiamo; e allora noi compiremo un dovere di fede perfetta. Ciò che diciamo della reale presenza di Cristo in noi, sarebbe, da parte nostra, assurdo ed empio, se non ce l'avesse insegnato lui stesso. Difatti lui stesso ci ha detto: «La mia carne è veramente cibo, ed il mio sangue è veramente bevanda. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue dimora in me ed io in lui». Queste parole non lasciano dubbio sulla reale presenza del suo corpo e del suo sangue. [Lectio8] Ora la nostra fede si trova d'accordo colla divina promessa nell'affermare che è veramente la sua carne e il suo sangue. E quando noi abbiamo mangiato il suo corpo e bevuto il suo sangue, essi fanno che noi siamo in Cristo e Cristo in noi. Non è forse questa la verità? Certo, non se ne può dubitare, a meno di negare che Gesù Cristo sia veramente Dio. Lui stesso è dunque in noi colla sua carne, e noi siamo in lui, tanto che, con lui, ciò che noi siamo è in Dio. Che noi poi siamo in lui quando partecipiamo al sacramento del suo corpo e del suo sangue, lo dichiara lui stesso, dicendo: «Questo mondo già non mi vede più, voi invece mi vedrete: poiché io vivo, e voi pure vivete; perché io sono nel Padre mio, e voi in me, ed io in voi» (Joann. 14,19). [Lectio9] E che questa unione tra lui e noi sia vera, l'ha attestato lui stesso così: «Chi mangia la mia carne, e beve il mio sangue, dimora in me ed io in lui» (Joann. 6,57). Nessuno dunque può essere in lui, se non lo possiede in sé: e solo chi mangia la sua carne può essere fatto uno con lui. Egli aveva già insegnato prima il mistero di questa perfetta unione, dicendo: «Come il Padre ch'è vivo inviò me, e io vivo per il Padre; così chi mangia la mia carne, vive per me» (Joann. 6,58). Dunque egli vive per il Padre; e come lui vive per il Padre, così noi dobbiamo vivere per (mezzo) della sua carne. &teDeum