[Officium] Dominica II. Post Pentecosten infra Octavam Corporis Christi [Versum 1] V. Li cibò di fior di frumento, alleluia. R. E li saziò del miele stillante dalla roccia, alleluia. [Ant 1] Il giovinetto Samuele * serviva il Signore sotto gli occhi di Eli, e raro era in quei giorni che il Signore gli parlasse. [Oratio] Signore, facci avere continuamente il timore insieme e l'amore del tuo santo nome: perché non privi mai della tua assistenza quelli che tu confermi nella saldezza del tuo amore. $Per Dominum. [Commemoratio] !Commemorazione dell'Ottava del Corpus Domini @Tempora/Pent01-4:Oratio [Lectio1] Dal primo libro dei Re !1 Sam 4:1-3 1 Or avvenne in quel tempo che i Filistei si radunarono per combattere: ed Israele usci incontro ai Filistei per la battaglia, e si accampò vicino alla Pietra del soccorso. Ma i Filistei giunsero ad Afec 2 e ordinaron l'esercito in faccia ad Israele. Ingaggiatasi poi la battaglia, Israele voltò le spalle ai Filistei, e furono trucidati in quel conflitto qua e là per i campi circa quattromila uomini. 3 E ritornato il popolo nell'accampamento, gli anziani di Israele dissero: Perché il Signore ci ha percossi oggi davanti ai Filistei? Prendiamo con noi da Silo l'arca dell'alleanza del Signore, ed essa venga in mezzo a noi, affinché ci salvi dalle mani dei nostri nemici. [Lectio2] !1 Sam 4:4-6 4 Il popolo dunque mandò in Silo, e di là portarono l'arca dell'alleanza del Signore degli eserciti che siede sui Cherubini; e coll'arca dell'alleanza di Dio c'erano pure i due figli di Eli, Ofni e Finees. 5 E giunta l'arca dell'alleanza del Signore nell'accampamento, tutto Israele gridò sì forte, che ne rimbombò la terra. 6 I Filistei all'udire quelle alte grida, dissero: Che è questo rumore di grandi grida nel campo degli Ebrei? E intesero che era arrivata nell'accampamento l'arca del Signore. [Lectio3] !1 Sam 4:7-11 7 Allora i Filistei s'impaurirono, e dicevano : È venuto Dio nel loro accampamento; e gemevano dicendo: 8 Guai a noi, perché non erano tanto allegri ieri né ieri l'altro: guai a noi! Chi ci salverà dalla mano di questi déi eccelsi? Questi sono gli dèi che fiaccarono l'Egitto con ogni sorta di sciagure presso al deserto. 9 Coraggio, o Filistei, e siate uomini, affinché non serviate agli Ebrei, come essi hanno servito a voi: coraggio e combattete. 10 Combatterono pertanto i Filistei, e Israele fu sconfitto, e ciascuno se ne fuggì alla sua tenda: e la strage fu assai grande, e degli Israeliti perirono trentamila pedoni, 11 fu presa anche l'arca di Dio, e morirono pure i due figli di Eli, Ofni e Finees. [Lectio4] Sermone di san Giovanni Crisostomo !Omelia 60 al popolo d'Antiochia Poiché il Verbo ha detto: «Questo è il mio corpo»; adoriamo e crediamo e contempliamolo cogli occhi dello spirito. Perché Cristo non ci ha dato nulla di sensibile; ma sotto cose sensibili ci dà tutto a comprendere. Lo stesso è nel battesimo: dove per mezzo di una cosa sensibile, cioè l'acqua, ci si conferisce il dono; ma spirituale è la cosa che si compie, cioè la rigenerazione e rinnovazione. Se tu non avessi il corpo, non ci sarebbe nulla di corporale nei doni ch'egli ti dà; ma perché l'anima è unita al corpo, perciò ti dona lo spirituale mediante il sensibile. Quanti ora dicono: Vorrei vedere la sua forma, la sua figura, le vesti, i calzari? Ebbene, tu lo vedi, lo tocchi, lo mangi. Tu desideri vederne le vesti, egli invece ti concede non solo di vederlo, ma ancora di mangiarlo, di toccarlo e di riceverlo dentro di te. [Lectio5] Nessuno dunque si accosti con nausea, nessuno con trascuratezza; siano tutti ardenti, pieni di fervore e premurosi. Che se i Giudei mangiavano l'agnello (pasquale) in piedi, calzati e col bastone in mano, con premura; molto più tu devi avere questa sollecitudine. Perché mentre quelli dovevano partire per la Palestina e perciò erano in assetto di viaggiatori, tu invece devi emigrare al cielo. Quindi bisogna che tu sia vigilante in tutto; che si minaccia non piccola pena a chi si comunica indegnamente. Pensa quanto ti sdegni contro chi lo tradì e contro quelli che lo crocifissero: bada pertanto che anche tu non divenga colpevole del corpo e del sangue di Cristo. Quelli ne uccisero il corpo santissimo, ma tu lo ricevi coll'anima impura, dopo tanti benefici. Non contento d'essersi fatto uomo, d'essere stato schiaffeggiato e crocifisso, egli di più si unisce a noi così che noi diventiamo uno stesso corpo con lui, e non solo mediante la fede, ma effettivamente e in realtà. [Lectio6] Chi dunque dev'essere più puro di colui che partecipa a tanto sacrificio? quanto più splendida del raggio del sole non dev'essere la mano che distribuisce questa carne? la bocca che si riempie di questo fuoco spirituale, la lingua che s'imporpora di sangue sì tremendo? Pensa a tutto l'onore che ne ricevi, a qual mensa prendi parte. Ciò che gli Angeli riguardano con tremore, e non possono mirare liberamente per lo splendore abbagliante, noi ne facciamo nostro alimento, ci uniamo ad esso e diventiamo con Cristo un solo corpo e una sola carne. «Chi ridirà i prodigi del Signore, farà udire tutte le sue lodi?» (Sal.105,2). Qual pastore pasce le pecorelle col proprio sangue? Ma che dico pastore? Ci sono molte madri che dànno ad altre nutrici i figli che esse hanno messo al mondo. Egli non ha fatto così; ma ci nutrisce lui stesso col proprio sangue, e c'incorpora assolutamente a sé. [Lectio7] Lettura del santo Vangelo secondo Luca !Luc 14:16-24 In quell'occasione: Gesù disse ai farisei questa parabola: Un uomo fece una grande cena, e invitò molti. Eccetera. _ Omelia di san Gregorio Papa !Omelia 36 sul Vangelo Tra i godimenti del corpo, fratelli carissimi, e quelli dell'anima ordinariamente c'è questa differenza: che i godimenti del corpo, quando non si hanno, accendono in noi un ardente desiderio; e mentre si gustano avidamente, fanno venir presto la nausea a chi li gusta perché saziano. I godimenti dello spirito, al contrario, provocano nausea quando non si hanno; ma quando si hanno, eccitano il desiderio: e chi li gusta tanto più li appetisce, quanto più se ne nutrisce. In quelli il desiderio piace, ma il provarli produce dispiacere; questi al contrario sembrano di poco valore allorché si desiderano, ma il loro uso piace assai di più. In quelli l'appetito genera sazietà e la sazietà il disgusto; in questi invece l'appetito fa nascere il godimento e la sazietà l'appetito. [Lectio8] Infatti le delizie spirituali aumentano il desiderio nell'anima, a misura che essa se ne sazia: più si gusta il loro sapore, e più si conosce che si devono desiderare con avidità; ciò spiega perché non si possono amare senza averle provate, perché non se ne conosce il sapore. E per verità, chi può amare quello che non conosce? Onde il Salmista ci ammonisce dicendo: «Gustate, e vedete come è dolce il Signore» (Ps. 33,9). Come se dicesse formalmente: Voi non conoscete la sua dolcezza se non lo gustate; ma toccate col palato del vostro cuore l'alimento della vita, affinché, provando la sua dolcezza, possiate amarlo. L'uomo poi perdé queste delizie, quando peccò nel paradiso: egli ne uscì fuori, quando chiuse la bocca all'alimento dell'eterna dolcezza. [Responsory8] R. Un uomo fece una grande cena, e all'ora della cena, mandò un suo servo a dire agli invitati di venire, * Perché già tutto era pronto. V. Venite, mangiate il mio pane e bevete il vino, che v'ho preparato. R. Perché già tutto era pronto. &Gloria R. Perché già tutto era pronto. [Lectio9] Onde anche noi, nati nelle pene di questo esilio, siamo già giunti quaggiù a tal disgusto, che non sappiamo più quel che dobbiamo desiderare. E tanto più cresce in noi questa malattia della nausea, quanto più l'anima si allontana da questo alimento pieno di dolcezza; ed ella giunge a perdere ogni appetito per queste interne delizie, perciò stesso che se ne tiene lontana ed ha perduto da molto tempo l'uso di gustarle. È il nostro disgusto dunque che ci fa deperire, è questa funesta inedia prolungata che ci spossa. E perché non vogliamo gustare di dentro la dolcezza che ci è offerta, amiamo, miseri, la fame che ci consuma di fuori. &teDeum [Capitulum Laudes] !1 Joann. 3:13-14 v. Carissimi: Non vi stupite se il mondo vi odia. Noi sappiamo che siamo passati dalla morte alla vita, perché amiamo i fratelli. $Deo gratias [Versum 2] V. Il pane del cielo ha dato loro, alleluia. R. L'uomo ha mangiato il pane degli Angeli, alleluia. [Ant 2] Un uomo * fece una gran cena e invitò molti: e all'ora della cena mandò un suo servo a dire agli invitati di venire perché già tutto era pronto, alleluia. [Lectio Prima] !1 Joann. 3:18 v. Figlioli miei, non amiamo a parole né colla lingua, ma coi fatti e per davvero. [Capitulum Sexta] !1 Joann. 3:16 v. Da questo noi abbiamo constatato l'amore di Dio: che egli ha dato la sua vita per noi, così anche noi dobbiamo dare la vita per i fratelli. $Deo gratias [Capitulum Nona] !1 Joann. 3:18 v. Figlioli miei, non amiamo a parole né colla lingua, ma coi fatti e per davvero. $Deo gratias [Versum 3] V. Li cibò di fior di frumento, alleluia. R. E li saziò del miele stillante dalla roccia, alleluia. [Ant 3] Va presto * per le piazze e per le vie della città: e i poveri, gli storpi, i ciechi, e gli zoppi costringili ad entrare, finché la mia casa sia piena, alleluia.