[Officium] Die VI infra Octavam Nativitatis [Lectio1] Dalla Lettera ai Romani !Rom 2:1-4 1 Perciò tu sei inescusabile, o uomo, chiunque tu sia che giudichi. Poiché in quella che giudichi gli altri, condanni te stesso: mentre tu fai quelle stesse cose di cui giudichi. 2 Or noi sappiamo che il giudizio di Dio contro coloro che fanno tali cose è secondo verità. 3 E credi forse, o uomo, che giudichi quelli che operano tali cose, e le fai, che sfuggirai il giudizio di Dio? 4 Ovvero disprezzi tu le ricchezze della bontà e pazienza e longanimità di lui? Non sai tu che la bontà di Dio è un invito alla penitenza? [Lectio2] !Rom 2:5-8 5 Ma tu per la tua durezza e il cuore impenitente ti accumuli un tesoro d'ira per il giorno dell'ira e della manifestazione del giusto giudizio di Dio, 6 il quale renderà a ciascuno secondo le opere sue: 7 a quelli che, costanti nel bene operare, cercano la gloria, l'onore l'immortalità egli renderà la vita eterna 8 ma a quelli che sono ribelli e non danno retta alla verità, ma ubbidiscono all'ingiustizia, l'ira e l'indignazione. [Lectio3] !Rom 2:9-13 9 Tribolazione e angoscia per l'anima d'ogni uomo che opera il male: prima del Giudeo e poi del Greco 10 ma gloria e onore e pace a chiunque opera il bene, prima al Giudeo e poi al Greco: 11 perché presso Dio non c'è accettazione di persone. 12 Così tutti quelli che hanno peccato senza la legge, periranno senza legge e tutti quelli che hanno peccato colla legge, saranno giudicati colla legge. 13 Giacché non quelli che ascoltano la legge sono giusti presso Dio, me quelli che osservano la legge saranno giustificati. [Lectio4] Sermone di san Leone Papa !Sermone 6 sulla Natività del Signore Certo, in tutti i giorni e tempi, o dilettissimi, dev'essere oggetto di meditazione per i fedeli la nascita divina del Signore e Salvator nostro, frutto di una Vergine Madre, affinché l'anima sollevata a considerare il suo autore, s'occupi (di esso mistero) sia col gemito della supplica, sia coll'esultanza della lode, sia coll'offerta del sacrificio, e il suo sguardo spirituale niente consideri di più frequente e con fede più viva che il fatto di un Dio, Figlio di Dio, generato dal Padre e a lui coeterno, e tuttavia venuto al mondo in una natura umana. Ma questa natività degna delle adorazioni del cielo e della terra, nessun giorno più dell'odierno ce la ricorda, e questa nuova luce, che splende anche negli elementi, si manifesta ai nostri sensi, e fa penetrare in noi il fulgore dell'ammirabile mistero. Poiché non solo ci richiama alla memoria, ma quasi ci mette dinanzi il colloquio stupendo dell'Angelo Gabriele con Maria, e il concepimento per virtù dello Spirito Santo così meraviglioso e per la promessa che l'annunzia e per l'assenso prestato. [Lectio5] Oggi infatti l'autore del mondo nacque da una vergine, e il creatore dell'universo divenne figlio di colei ch'egli aveva creato. Oggi il Verbo di Dio apparve rivestito di carne, e colui che gli occhi umani non avevano mai visto, cominciò a rendersi visibile e anche palpabile. Oggi i pastori appresero da voci angeliche che il Salvatore era nato con un corpo e un'anima simile alla nostra, e oggi ai prelati preposti al gregge del Signore fu data una norma d'annunziare la buona novella; affinché anche noi diciamo con l'esercito della milizia celeste: «Gloria a Dio nel più alto de' cieli, e pace in terra agli uomini di buona volontà» (Luc. 2,14). [Lectio6] Quindi la stessa grandezza e splendore del beneficio concesso esige da noi degni omaggi. E perciò, come insegna il beato Apostolo, «noi non abbiamo ricevuto lo spirito di questo mondo, ma lo spirito di Dio» (2Cor 2,12), affinché conosciamo il dono che Dio ci ha fatto; il quale certo non può onorarsi meglio che offrendogli ciò che lui stesso ne ha dato. E che altro di più acconcio possiamo trovare nel tesoro della liberalità del Signore per onorare la presente solennità, che la pace annunziata per la prima nella natività del Signore da un concerto angelico? Infatti è essa che genera i figli di Dio, che nutrisce la carità, che conserva l'unità, essa il riposo dei beati e il soggiorno dell'eternità; effetto proprio e speciale della quale si è d'unire a Dio quelli ch'essa ha separati dal mondo. [Lectio7] Lettura del santo Vangelo secondo Luca !Luc 2:15-20 In quell'occasione: I pastori presero a dire fra loro: Andiamo sino a Betlem a vedere quel ch'è accaduto, come il Signore ci ha manifestato. E andarono di buon passo. Eccetera. _ Omelia di sant'Ambrogio Vescovo !Lib. 2 al capo 2 di Luca, circa la metà Vedi come i pastori si affrettano; Cristo invero deve cercarsi sempre con ardore. Vedi come i pastori credettero all'Angelo: e tu non vuoi credere al Padre, al Figlio, allo Spirito Santo, agli Angeli, ai Profeti e agli Apostoli? Osserva con quale cura la Scrittura scelga e pesi le singole parole. «Si affrettano, dice, di andare a vedere il Verbo» (Luc. 2,15). Dacché quando si vede la carne del Signore, si vede il Verbo, cioè il Figlio. [Lectio8] La bassa condizione dei pastori no ti faccia disdegnare il grande esempio di fede che ti danno. Certo più (la loro storia) apparisce vile alla sapienza umana, più essa è preziosa agli occhi della fede. Il Signore non ha chiamato prima delle scuole di filosofia, piene di sapienti, ma un popolo semplice, il quale non sapesse né travisare le cose udite né colorarle. E la semplicità che si domanda, non si cerca l'ambizione. [Lectio9] Non ti pensare di poter sprezzare come vili le parole dei pastori. Dai pastori invero Maria raccoglie (le parole per) nutrire la (sua) fede, dai pastori è raccolto il popolo per glorificare Dio. «E quanti ne sentirono parlare, stupirono delle cose riferite loro dai pastori. Maria poi conservava con cura tutte queste cose, meditandole in cuor suo» (Luc. 2,19). Impariamo da ciò la castità in tutto della santa Vergine, la quale non meno riservata nelle parole che (modesta) nell'esteriore, meditava in cuor suo le prove della fede. &teDeum