[Lectio1Tridentina] Dal secondo libro dei Maccabei !2 Mac 7:24-27 23 Ma Antioco stimandosi vilipeso, e disprezzando insieme la voce di chi lo rimproverava, rimanendo ora il più giovane, non solo colle parole lo esortava, ma anche con giuramento affermava che lo farebbe ricco e beato, e che se abbandonasse le patrie leggi lo avrebbe per amico e che gli avrebbe dato tutto quanto gli bisognasse. 25 Ma non piegandosi perciò il fanciullo, il re chiamata la madre la consigliava a salvare il figlio. 26 E dopo averla esortata con molte parole, ella promise di persuadere il figlio suo; 27 perciò chinatasi a lui, deridendo il tiranno crudele, disse nella lingua paterna: Figlio mio, abbi pietà di me che t'ho portato per nove mesi nel seno, che t'ho allattato e nutrito per tre anni e t'ho condotto a questa età. [Lectio2Tridentina] !2 Mac 7:28-33 28 Deh figlio mio, guarda il cielo e la terra e tutto ciò che vi si contiene, e sappi che tutto questo e il genere umano l'ha creato Dio dal niente. 29 Così avverrà che tu non tema questo carnefice, ma fatto degno imitatore de' tuoi fratelli, tu riceva la morte, sì che nel giorno della misericordia io ti riabbia insieme co' tuoi fratelli. 30 E mentre ella ancora parlava, il giovinetto disse: Chi aspettate? io non obbedisco al comando del re, ma al precetto della legge che ci fu dato per mezzo di Mosè. 31 Tu poi che ti sei fatto inventore di tutti i mali contro gli Ebrei, non sfuggirai la mano di Dio. 32 Noi certo patiamo questo per i nostri peccati; 33 ma sebbene il Signore Dio nostro, per castigarci e correggerci, si è adirato per breve tempo con noi, egli però si riconcilierà di nuovo co' servi suoi. [Lectio3Tridentina] !2 Mac 7:34-41 34 Ma tu, o scellerato e il più reo di tutti gli uomini, non ti lusingare inutilmente con vane speranze infuriando così contro i suoi servi; 35 perché non sei ancora sfuggito al giudizio di Dio onnipotente che vede tutto. 36 Ché i miei fratelli, per avere sofferto adesso un breve dolore, sono entrati nell'alleanza della vita eterna; ma tu per giudizio di Dio pagherai le giuste pene della tua superbia. 37 Ora io, come i miei fratelli, sacrifico l'anima e il corpo mio per le patrie leggi, pregando Dio che tanto più presto si plachi colla nostra gente, e che tu riconosca tra i tormenti e le percosse ch'egli solo è Dio. 38 L'ira dell'Onnipotente, la quale giustamente s'è scaricata su tutta la nostra stirpe, avrà fine con me e co' miei fratelli. 39 Allora il re acceso d'ira infierì su questo più crudelmente che sugli altri, non potendo soffrire d'essere deriso. 40 Così morì anche questo senza contaminarsi, fidando in tutto nel Signore. 41 E alla fine, dopo i figli, fu uccisa anche la madre.