[Ant 1] La sapienza * grida per le piazze: Se alcuno ama la sapienza, si diriga a me e la troverà: e, trovatala, sarà beato se a sé la stringerà. [Lectio1] Incomincia il libro dell'Ecclesiastico !Sir 1:1-5 1 Ogni sapienza è dal Signore Dio, e fu sempre con lui, ed essa è prima dei secoli. 2 L'arena del mare e le gocce della pioggia e i giorni dei secoli chi li ha contati? L'altezza del cielo e l'ampiezza della terra e la profondità dell'abisso chi l'ha misurata? 3 La sapienza di Dio la quale ogni cosa precede, chi l'ha investigata? 4 Prima d'ogni cosa fu creata la sapienza, e la saggia intelligenza esiste da tutti i tempi. 5 Fonte della sapienza è il Verbo di Dio lassù nell'alto, e le sue vie sono gli eterni comandamenti. [Lectio2] !Sir 1:6-10 6 La radice della sapienza a chi fu svelata? e le sue finezze chi le conosce? 7 La condotta della sapienza a chi fu mai svelata e manifestata? e le molteplici sue vie chi le comprese? 8 Vi è un solo altissimo, Creatore onnipotente, Re potente, assai tremendo, seduto sul suo trono e dominatore, Iddio. 9 Egli la creò insieme collo Spirito Santo, e la mirò, la calcolò e la misurò. 10 E la diffuse in tutte le opere sue e in tutti i mortali a misura della sua liberalità e ne fece dono a quelli che lo amano. [Lectio3] !Sir 1:11-16 11 Il timore del Signore è una gloria e un vanto, è gioia e corona di trionfo. 12 Il timore del Signore allieta il cuore e porta allegrezza e gaudio e lunga vita. 13 Chi teme il Signore si ritroverà bene all'ultimo, e nel giorno di sua morte sarà benedetto. 14 L'amor di Dio è gloriosa sapienza; 15 e a quanti si dà a conoscere l'amano appena la vedono e considerano le sue grandi opere. 16 Principio della sapienza è il timore del Signore, (timore) che coi fedeli è creato insieme nel seno materno. [Lectio4] Dal libro dei Morali di san Gregorio Papa !Libr. 1, cap. 10 al c. 1 di Giobbe Vi sono alcuni che trascurano la riforma della propria vita, e, mentre appetiscono le cose transitorie, mentre o ignorano le eterne o, conoscendole, le disprezzano, sono insensibili del loro stato e incapaci d'un buon disegno; e senza dispiacere dei beni superni che hanno perduto, si stimano, ahi miseri, essere felici nel possedere quelli di quaggiù. Formati per la luce della verità, non vi sollevano mai gli occhi dell'anima; mai un desiderio, uno slancio verso la contemplazione dell'eterna patria; ma abbandonandosi ai godimenti in cui si sono gettati, amano, come lor patria, un triste luogo di esilio, e in mezzo alle tenebre che impediscono loro di vedere, sono lieti come se fossero illuminati da splendida luce. [Lectio5] Gli eletti, al contrario, agli occhi dei quali i beni passeggeri non hanno alcun valore, cercano quelli per cui le anime loro sono state create: e siccome fuori di Dio nulla può soddisfarli, il loro pensiero, stanco del lavoro di questa ricerca, si riposa nella speranza e nella contemplazione del loro Creatore, e il desiderio di essere riuniti ai cittadini del cielo li infiamma; e ciascuno di loro, sebbene trattenuto ancora nel mondo dai legami del corpo, pure colla mente si trasporta al di là di questo mondo: deplora le miserie del suo esilio, e non cessa di tendere alla sua sublime patria eccitandovisi cogli stimoli dell'amore. E al vedere con dolore che ciò che ha perduto è eterno, egli prende la sa lutare risoluzione di disprezzare ciò che passa col tempo: e quanto più si rafforza il suo disegno di romperla colle cose che periscono, tanto più aumenta in lui la tristezza di non godere ancora delle cose che durano. [Lectio6] È da osservare inoltre che nessuna pena di spirito si mescola nelle azioni inconsiderate. Difatti coloro che vivono senza riflessione, che si abbandonano alla cieca alla sorte degli eventi, non sono mai in preda al tormento delle preoccupazioni. Ma chi, più avveduto, applica il suo spirito a regolare la sua condotta, va cauto e riflette su ogni azione; ed affinché la cosa che tratta non sortisca un esito imprevisto e spiacevole, egli tasta prima il terreno e, posandovi dolcemente il piede del suo pensiero, pesa questa azione: e così evita che il timore lo trattenga quando deve agire; che la precipitazione lo spinga quando occorre differire; che la concupiscenza lo trascini al male o lo soverchi in guerra aperta; o che, sotto la vista del bene, la vanagloria lo faccia cadere nelle sue insidie.