[Officium] S. Didaci Confessoris [Oratio] Dio onnipotente ed eterno, che con mirabile provvidenza scegli le cose, che per il mondo sono deboli, per confondere tutte le forti: concedi benigno alla nostra pochezza, che, per le amorevoli preghiere del tuo beato Confessore Diego, meritiamo d'essere in cielo sublimati alla gloria perenne. mereamur. $Per Dominum [Lectio4] Diego, Spagnolo, di borgo san Nicola del Porto, diocesi di Siviglia, fin dalla prima età si esercitò, sotto la direzione d'un pio sacerdote, in una chiesa solitaria, alle prime pratiche d'una vita più santa dell'ordinaria. Poi, affin d'unirsi più strettamente a Dio, professò la regola di san Francesco tra i fratelli laici nel convento dei frati Minori (detti Osservanti) di Arizzafa. Là sottomessosi con grande alacrità al giogo dell'umile obbedienza e della regolare osservanza, e datosi particolarmente alla contemplazione, Dio lo riempiva di luce mirabile cosicché, sebbene illetterato, parlava di cose di cielo in maniera meravigliosa e affatto divina. [Lectio5] Nelle isole Canarie, dove fu superiore ai frati del suo ordine, e dove il suo ardente desiderio del martirio lo fece molto soffrire, co' suoi discorsi ed esempi convertì alla fede di Cristo molti infedeli. Portatosi a Roma nell'anno del giubileo, sotto il pontificato di Nicolò V, e destinato alla cura dei malati nel convento di Araceli, disimpegnò quest'ufficio con si ardente carità, che, nonostante la carestia che desolava la Città, i suoi malati, di cui talvolta guariva le piaghe baciandole, non mancarono mai del necessario. In lui risplendé pure una fede vivissima e il dono delle guarigioni, perché facendo sui malati delle unzioni in forma di croce coll'olio d'una lampada che bruciava davanti all'immagine della beatissima Madre di Dio, che onorava colla più gran devozione, ne guarì prodigiosamente molti dalle loro malattie. [Lectio6] Infine, sentendo, mentr'era ad Alcalà, prossima la fine della sua vita, non avendo addosso che una tonaca vecchia e tutta logora, cogli occhi fissi sulla croce, dopo pronunziate con singolare delizia queste parole dell'inno sacro «Dolce legno, dolci chiodi, sostegno di si dolce peso, che fosti degno di sostenere il Re dei cieli, il Signore», rese l'anima a Dio il 12 Novembre, nell'anno del Signore 1463. Il suo corpo rimasto insepolto per parecchi mesi (affili di soddisfare al pio desiderio di quelli che accorrevano a vederlo), come se fosse già stato rivestito dell'incorruttibilità, mandava soavissimo odore. Celebre per molti e illustri miracoli, il sommo Pontefice Sisto V l'iscrisse nel novero dei Santi. [Lectio94] San Diego nacque a San Nicolas del Puerto, nella diocesi di Siviglia, in Spagna. Fin da piccolo fu introdotto alla santità sotto la guida di un pio sacerdote. Più tardi, per poter servire più integralmente a Dio, entrò come fratello laico nel convento di Arizzafa abbracciando la regola di san Francesco d'Assisi. Si sottomise con gioia al legame dell'obbedienza e dell'osservanza delle regole; curò molto la contemplazione; fu così pieno della luce di Dio che parlava delle cose di Dio in modo meraviglioso, come ispirato, lui che non aveva nessuna istruzione. Preso dal desiderio del martirio, andò nelle Canarie, dove ebbe molto a soffrire, e dove con parole e con l'esempio convertì molti infedeli alla fede di Cristo. Fu poi destinato come fratello infermiere nel convento di Ara Coeli, a Roma, ed esercitò con grande amore quell'incarico. Ebbe anche il dono delle guarigioni. Morì, piamente, ad Alcalà, nel 1463. Sisto V, riconosciuti i suoi molti miracoli, lo inserì nel catalogo dei santi. &teDeum