[Officium] Quinta die infra Octavam Omnium Sanctorum [Lectio4] Dal Sermone di san Beda il Venerabile, Prete !Sermone 18 sui Santi Pertanto dobbiamo dilettarci di giungere a questa ricompensa delle opere della salvezza. Lottiamo volenterosi e solleciti; corriamo tutti nella arena della giustizia sotto gli occhi di Dio e di Cristo; e, dacché siamo già in via d'essere più grandi del mondo e del secolo, nessuna bramosia di cose terrene ritardi la nostra corsa. Se l'ultimo giorno ci troverà liberi da tutto, se agili corridori nell'acquisto delle opere, il Signore non mancherà di ricompensare i nostri meriti. [Lectio5] Colui che donerà, come prezzo della sofferenza, una corona di porpora ai vincitori nella persecuzione, darà anche una corona bianca come prezzo delle opere di giustizia ai vincitori nella pace. Dacché né Abramo, né Isacco, né Giacobbe furono uccisi, e tuttavia meritarono d'essere i primi fra i Patriarchi, essendosi acquistati tale onore coi meriti della fede e della giustizia; e al loro banchetto è invitato chiunque è trovato fedele, giusto, e degno di lode. Occorre ricordarsi, che dobbiamo fare non la nostra, ma la volontà di Dio; perché «chi farà la volontà di fui rimarrà eternamente», come rimane eternamente lui stesso (Joann. 2,17). [Lectio6] Quindi, carissimi, con mente pura, con fede ferma, con virtù robusta, con carità perfetta siamo pronti a fare la volontà di Dio, osservando con coraggiosa fedeltà i precetti del Signore: cioè l'innocenza nella semplicità, l'unione nella carità, la modestia nell’umiltà, l'esattezza negli impieghi, l'attenzione nell'assistenza degli afflitti, la misericordia nel sollievo dei poveri, la costanza nella difesa della verità, la discrezione nella severità della disciplina, così che da parte nostra non manchi nulla a dare l'esempio delle buone opere. Queste son le orme che, ritornando in patria, ci hanno lasciato tutti i Santi, affinché, calcando i loro passi, possiamo seguirli anche nella gioia. [Lectio7] Lettura del santo Vangelo secondo Matteo !Matt 5:1-12 In quell'occasione: Gesù, vedendo le turbe, sali sul monte, e sedutosi, gli s'accostarono i suoi discepoli. Eccetera. _ Dall'Omelia di sant'Agostino Vescovo !Libro1 sul Sermone del Signore sulla montagna, cap. 3 e 4 Così dunque in questo terzo grado, che è quello della scienza, si piange la perdita del sommo bene, perché si è attaccati ai beni inferiori. Nel quarto grado poi c'è la sofferenza; e l'animo si applica con ardore per sottrarsi ai funesti piaceri dei quali si sente schiavo. Qui dunque si ha fame e sete della giustizia, ed è necessario molto coraggio; perché non si lascia senza dolore ciò che si possiede con piacere. Nel quinto grado, a quelli che perseverano nella fatica si dà un consiglio per liberarsene; poiché senza il soccorso d'una potenza superiore, nessuno è capace da se stesso di liberarsi da tanti imbarazzanti miserie. Ora, questo consiglio sì giusto, dato a chiunque desidera d'aver l'aiuto di uno più potente, si è di soccorrere uno più debole, allorquando egli può più di lui. Pertanto: «Beati i misericordiosi; perché Dio userà loro misericordia» (Matth. 5,7). [Lectio8] Nel sesto grado c'è la purezza del cuore, che valga nella sicura coscienza delle buone opere a contemplare il sommo bene, che solo una intelligenza pura e serena può scorgere. Infine, la settima (beatitudine) è la stessa sapienza, cioè la contemplazione della verità, che purifica tutto l'uomo, e gli dà la somiglianza con Dio, formulata in questi termini: «Beati i pacifici; perché essi saranno chiamati figli di Dio» (Matth. 5,9). L'ottava è quasi come la prima, in quanto la dimostra e prova completa e perfetta. Così il regno dei cieli è nominato tanto nella prima: «Beati i poveri di spirito; perché di loro è il regno dei cieli» (Matth. 5,3), quanto nell'ottava; «Beati quelli che soffrono persecuzione per la giustizia; perché di loro è il regno dei cieli» (Matth. 5,10). [Lectio9] Allora si può dire: «Chi ci dividerà dall'amore di Cristo? Forse la tribolazione, forse l'angustia, forse la fame, forse la nudità, forse il pericolo, forse la spada?» (Rom. 8,25). Ci sono dunque sette cose che perfezionano: perché l'ottava glorifica e mostra ciò ch'è perfetto, come se ricominciasse dalla prima, affinché, passando per questi gradi, essa li perfezioni. Mi pare dunque che le sette forme d'operazione dello Spirito Santo, di cui parla Isaia, si riferiscano pure a questi gradi o massime. Ma in un ordine diverso; perché in Isaia l'enumerazione comincia dalle più eccellenti, qua invece dalle meno elevate. Là infatti si comincia dalla sapienza di Dio, e si finisce al timor di Dio; ma a «il timor di Dio è il principio della sapienza» Eccli. 1,10). &teDeum