[Ant Matutinum] Io poi * sono stato costituito da lui Re sopra Sion, il suo santo monte, per annunziare i suoi precetti.;;2 Di gloria * e d'onore l'hai incoronato, o Signore: tutto hai messo sotto i suoi piedi.;;8 Alzatevi, * porte eterne, ed entrerà Re della gloria.;;23 V. M'è stato dato ogni potere. R. In cielo e in terra. Il Signore * starà assiso Re in eterno: il Signore benedirà il suo popolo colla pace.;;28 Scettro di rettitudine * è lo scettro del tuo regno: perciò i popoli ti celebreranno in eterno, e di secolo in secolo.;;44 Salmeggiate al nostro Re * salmeggiate: perché è il gran Re di tutta la terra.;;46 V. Offrite al Signore, famiglie dei popoli. R. Offrite al Signore la gloria e l'impero. In lui * saranno benedette tutte le tribù della terra: tutte le Genti lo magnificheranno.;;71 E io lo costituirò * primogenito: l'eccelso tra i re della terra.;;88(2-30) Il suo trono * durerà come il sole al mio cospetto: e come la luna sarà stabile in eterno.;;88(31-38) V. Lo adoreranno tutti i re della terra. R. Tutte le Genti lo serviranno. [Lectio5] Ben a proposito Cirillo Alessandrino, a mostrare il fondamento di questa dignità e di questo potere, avverte che: «Egli, per dirla in una parola, ha il dominio su tutte le cose create, non estorto con violenza né venutogli da altri, ma per la sua stessa essenza e natura»; cioè il principato di Cristo si fonda su quella unione mirabile, ch'è chiamata unione ipostatica. Dal che segue, che Cristo non solo deve essere adorato come Dio dagli Angeli e dagli uomini, ma che anche a lui come Uomo debbono e gli Angeli e gli uomini essere soggetti ed obbedire: cioè che pel solo fatto dell'unione ipostatica Cristo ebbe potestà su tutte le creature. Volendo ora esprimere la natura e il valore di questo principato, accenniamo brevemente ch'esso consta di una triplice potestà, la quale se venisse a mancare, già non si avrebbe più il concetto d'un vero e proprio principato. Le testimonianze attinte dalle sacre Lettere circa l'impero universale del nostro Redentore provano più che a sufficienza quanto abbiamo detto, ed è dogma di fede, che Gesù Cristo è stato dato agli uomini quale Redentore in cui debbono riporre la loro fiducia, ed allo stesso tempo come legislatore a cui debbano ubbidire. I santi Vangeli non soltanto ci narrano che Gesù abbia promulgato delle leggi, ma ce lo presentano altresì nell'atto stesso di legiferare: e il divino Maestro afferma in varie circostanze e con diverse espressioni, che chiunque osserverà i suoi comandamenti, darà prova di amarlo e rimarrà nella sua carità. Lo stesso Gesù davanti ai Giudei che l'accusavano di aver violato il Sabato coll'aver ridonata la sanità al paralitico, afferma che a lui fu dal Padre attribuita la potestà giudiziaria: «Ché il Padre non giudica alcuno, ma ha rimesso ogni giustizia al Figlio» (Joann. 5,21). Nel che è compreso anche il diritto di premiare e punire gli uomini anche durante la loro vita (perché ciò non può disgiungersi da una certa forma di giudizio). Inoltre la potestà esecutiva devesi parimenti attribuire a Gesù Cristo, poiché è necessario che tutti obbediscano al suo comando, e nessuno può sfuggire ad esso e ai supplizi da lui stabiliti. [Lectio8] !Tratt. 115 su Giov. 18-56 «Gesù rispose: Il regno mio non è di questo mondo. Se il mio regno fosse di questo mondo, certo i miei sudditi avrebbero lottato, perché io non cadessi nelle mani dei Giudei; ma adesso il mio regno non è di quaggiù» (Joann. 18,36). Ecco ciò che il Maestro buono ha voluto che noi sapessimo; ma prima noi si doveva dimostrare la stolta opinione degli uomini intorno al suo regno, siano Gentili, siano Giudei, da cui Pilato l'aveva udito: quasi per questo dovesse essere condannato a morte, che avesse bramato un illecito regno, o perché i regnanti sogliono essere gelosi di quelli che regneranno, e cioè doveva procurarsi che il suo regno non fosse contrario sia ai Romani sia ai Giudei. [Lectio9] Il Signore disse: « Il mio regno non è di questo mondo ». Perciò alla prima domanda di Pilato, cioè: «Tu sei il re dei Giudei?», poteva rispondere con quella stessa frase. Invece l'interroga a sua volta chiedendogli se la domanda gli fosse sorta spontanea o se altri gliel'avessero suggerita. Questo suo modo di agire dimostrava che i Giudei l'avevano presentato a lui accusandolo di un simile delitto. Così ci dimostrava come sono stolti i pensieri degli uomini, che lui ben conosceva. Contro questi pensieri, in risposta opportuna e pertinente contro i Giudei e i pagani dopo la risposta di Pilato disse : « Il mio regno non è di questo mondo ». &teDeum [Hymnus Laudes] v. I fulgidi vessilli Cristo trionfante spiega largamente: Genti, prostratevi supplici, e applaudite al Re dei re. _ Egli non colle stragi, non colla violenza o terrore ha soggiogato i regni: sollevato sull'alto della croce, tutto a sé ha tratto coll'amore. _ O città beatissima, su cui debitamente Cristo impera, che continua ad eseguire le leggi intimate al mondo dal cielo! _ Non l'armi crudeli vi risuonano, la pace vi firma sempre i patti, vi sorride ancor la concordia, sicuro vi sta l'ordine civico. _ La fede vi conserva i connubi, la gioventù vi cresce integra, pudiche fioriscon le case nelle domestiche virtù. _ Risplenda su noi questa desiata luce, o Re dolcissimo: te, conseguita una piena pace, adori l'orbe soggetto. _ O Gesù, sia gloria a te, che governi gli scettri del mondo, col Padre, e collo Spirito Santo, per i secoli eterni. Amen.