[Officium] Ss. Simonis et Judae Apostolorum [Oratio] O Dio, che per mezzo dei tuoi beati Apostoli Simone e Giuda ci hai concesso di giungere alla conoscenza del tuo nome: danne e di celebrare con frutto la loro gloria eterna, e di far profitto celebrandola. $Per Dominum [Lectio1] Incomincia la Lettera cattolica dell'Apostolo san Giuda !Judas 1:1-4 1 Giuda, servo di Gesù Cristo, e fratello di Giacomo, a quelli che sono amati da Dio Padre e conservati e chiamati in Gesù Cristo. 2 La misericordia, la pace e la carità abbondi in voi. 3 Carissimi, mentre ponevo ogni sollecitudine per scrivervi sulla comune vostra salute, sono stato costretto a scrivervi, per esortarvi a combattere per la fede che fu già insegnata ai cristiani. 4 Perché si sono intrusi certi uomini, empi, per i quali già da tempo è stata scritta questa condanna, i quali convertono in lussuria la grazia del nostro Dio, e rinnegano il solo Dominatore e Signor nostro Gesù Cristo. [Lectio2] !Judas 1:5-8 5 Ora io voglio ricordarvi, sebbene già sappiate tutte queste cose, che Gesù, dopo aver liberato il popolo dalla terra d'Egitto, sterminò poi quelli che non credettero 6 e gli angeli, che non conservarono la loro prima dignità, ma abbandonarono il loro domicilio, li ha riserbati sepolti nella caligine in eterne catene per il giudizio del gran giorno. 7 Come Sodoma e Gomorra e le città confinanti che si macchiarono delle stesse impurità, ed andarono dietro ad eccessi disonoranti, sono rimaste ad esempio, essendo state condannate alla pena del fuoco eterno; 8 così anche questi contaminano la (loro) carne, disprezzano la autorità, bestemmiano la maestà. [Lectio3] !Judas 1:9-13 9 Quando Michele Arcangelo disputando col diavolo gli contestava il corpo di Mosè, non ardì di condannarlo con parole di maledizione, ma disse: Ti reprima il Signore. 10 Questi invece bestemmiano tutto quello che non capiscono e di tutto quanto che, come gli animali muti naturalmente conoscono, abusano per pervertirsi. 11 Guai a loro, perché battono la strada di Caino, e per sete di guadagno si sono precipitati nell'errore di Balaam, e sono periti nella ribellione di Core! 12 Costoro sono tante macchie nelle loro agapi, stando insieme a mensa senza rispetto, pascendo se stessi, nuvole senz'acqua, trasportate qua e là dai venti, alberi d'autunno, infruttiferi, morti due volte e sradicati, 13 onde furiose del mare, che spumano le proprie turpitudini, stelle erranti: cui è riserbata una tenebrosa caligine in eterno. [Lectio4] Simone, il Cananeo, detto pure Zelote, e Taddeo, chiamato nel Vangelo anche Giuda, fratello di Giacomo, è scrittore di una delle Lettere cattoliche; questi percorse la Mesopotamia e quegli l'Egitto predicando il Vangelo. Poi riunitisi nella Persia, dopo avervi partorito a Gesù Cristo innumerevoli figli e disseminata la fede in quelle vastissime regioni e fra quei popoli barbari, illustrarono insieme il santissimo nome di Gesù Cristo colla dottrina, coi miracoli, e infine con glorioso martirio. [Lectio7] Lettura del santo Vangelo secondo Giovanni !Joannes 15:17-25 In quell'occasione; Gesù disse ai suoi discepoli: Questo io vi ordino, che vi amiate l'un l'altro. Se il mondo vi odia, sappiate che prima di voi ha odiato me. Eccetera _ Omelia di sant'Agostino Vescovo !Trattato 87 su Giovanni Nella lezione del Vangelo precedente, il Signore aveva detto: «Non siete voi che avete scelto me; ma son io che ho scelto voi, e vi ho designati, perché andiate, e produciate frutto, e il vostro frutto sia duraturo: così tutto quello che chiederete al Padre in nome mio, egli ve lo darà» (Joann. 15,16). Qui invece dice: «Questo io vi ordino, che vi amiate l'un l'altro» (Joann. 15,17). Questo deve farci comprendere che il nostro frutto è quello di cui dice: «Sono io che ho scelto voi, perché andiate, e produciate frutto, e il vostro frutto sia duraturo». E quanto a ciò che aggiunse «Così tutto quello che chiederete al Padre in nome mio, egli ve lo darà», questi ce lo darà certamente, se ci ameremo l'un l'altro; avendoci dato lui stesso questo precetto, scegliendoci mentre eravamo senza frutto, dacché senza che noi l'avessimo scelto, egli ci ha designati perché produciamo frutto, cioè ci amiamo l'un l'altro. [Lectio8] Il nostro frutto dunque è la carità, quella che l'Apostolo definisce; «Da un cuore puro e da una buona coscienza, e da una fede non finta» (Tim. 1,5).Con questa amiamoci l'un l'altro, con questa amiamo Dio; perché non ci ameremo l'un l'altro di vero amore, se non amiamo Dio. Infatti allora uno ama il suo prossimo come se stesso, quando ama Dio. Perché, se non ama Dio, non ama se stesso; e in questi due precetti dell'amore «si contiene tutta la legge e i profeti» (Matth. 22,40). Questo dunque è il nostro frutto. Perciò ingiungendoci di produr frutto, dice «Questo io vi ordino, che vi amiate l'un l'altro» (Joann. 15,17). Quindi anche l'Apostolo Paolo, volendo raccomandare i frutti dello spirito in opposizione alle opere della carne, comincia da questo amore: «Il frutto, dice, dello spirito è la carità» (Gal. 5.22); e poi enumera tutti gli altri, siccome da essa derivanti e con essa collegati, cioè «il gaudio, la pace, la longanimità, la benignità, la bontà, la fede, la mansuetudine, la continenza, la castità». [Lectio9] Ora, ha egli una gioia ragionevole chi non ama il bene onde gioisce? Chi può avere vera pace con uno, se non con quello che ama sinceramente? Chi è longanime e paziente e perseverante nella pratica del bene, se non si è accesi d'amore? Chi è benevolo, sa non si ama colui che si assiste? Chi buono, s'egli non lo diviene amando? Chi crede salutevolmente, se non per quella fede che opera mediante la carità? Chi utilmente mansueto, se non lo regola l'amore? Chi s'astiene da ciò che disonora, se non si ama ciò che onora? Con ragione dunque il buon Maestro raccomanda sì frequentemente la carità, come se non dovesse prescriversi ch'essa sola, senza di cui non possono servire gli altri beni, e che non si può avere senza avere anche gli altri beni, che rendono l'uomo veramente buono. &teDeum