[Officium] Impressionis Stigmatum S. Francisci [Hymnus Vespera] v. Questo Confessore del Signore, che i popoli venerano e lodano per tutto il mondo, In questo giorno meritò di ricever lieto le stimmate di Cristo. _ Egli pio, prudente, umile, pudico, visse sobrio e senza macchia, finché lo spirito vitale animò il suo corpo mortale. _ Per i suoi grandi meriti spesso membra che giacevano inferme, vinta la violenza del male, vengono restituite alla sanità. _ Per questo il coro delle nostre voci canta la lode che gli è dovuta e celebra i suoi trionfi affinché, per le sue pie preghiere, veniamo soccorsi in ogni tempo. _ * Salute, onore e potenza sia a colui che, fulgente di gloria, assiso sul trono del cielo, governa Uno e Trino la macchina del mondo intero. Amen. [Versum 1] V. Hai impresso, o Signore, nel tuo servo Francesco. R. Dei segni della nostra redenzione. [Oratio] Signore Gesù Cristo, che, raffreddandosi la carità nel mondo, per infiammare i nostri cuori col fuoco del tuo amore, rinnovasti le sacre Stimmate della tua passione nel corpo del beatissimo Francesco: concedi benigno, che, per i meriti e preghiere di lui, portiamo continuamente la croce, e facciamo degni frutti di penitenza: $Qui vivis [Lectio1] Dalla Lettera dell'Apostolo san Paolo ai Galati !Gal 5:25-26; 6:1-6 25 Se noi viviamo secondo lo spirito, camminiamo anche secondo lo spirito. 26 Non siamo avidi di vana gloria, provocandoci l'un l'altro e portandoci invidia a vicenda. 1 Fratelli, se uno fosse colto in qualche fallo, voi, che siete spirituali, correggetelo con spirito di dolcezza, stando bene attento perché tu pure non abbia a cadere in tentazione. 2 Portate gli uni i pesi degli altri, e così adempirete la legge di Cristo. 3 Ché, se alcuno crede d'essere qualche cosa, mentre non è nulla, costui illude se stesso. 4 Piuttosto ciascuno esamini le opere sue, e allora avrà motivo di gloriarsi, per quel che c'è in lui, e non per il confronto con altri. 5 Poiché ciascuno avrà il proprio fardello da portare. 6 Chi viene istruito nel Vangelo, faccia parte di tutti i suoi beni a chi lo istruisce. [Lectio2] !Gal 6:7-13 7 Non fatevi illusioni: con Dio non si scherza. 8 Giacché l'uomo miete quel che semina. Chi semina colla sua carne, dalla sua carne mieterà corruzione; chi invece semina collo spirito, dallo spirito mieterà vita eterna. 9 Non ci stanchiamo di fare del bene; ché, se non ci stancheremo, a suo tempo, mieteremo. 10 Perciò finché abbiamo tempo, facciamo del bene a tutti, massimamente però ai compagni di fede. 11 Guardate che lettera vi ho scritto di mia mano. 12 Tutti quelli che vogliono piacere secondo la carne, questi vi costringono a circoncidervi solo per non esser perseguitati per la croce di Cristo. 13 Perché neppur quelli che si circoncidono osservano la legge; ma vogliono che voi vi circoncidiate, per gloriarsi sulla vostra carne. [Lectio3] !Gal 6:14-18 14 Or lungi da me il gloriarmi d'altro che della croce di nostro Signore Gesù Cristo; in grazia del quale il mondo è crocifisso per me, e io per il mondo. 15 Poiché in Gesù Cristo non vale né l'esser circonciso o il non esserlo, ma l'essere una nuova creazione. 16 E su quanti seguiranno questa norma, sia la pace e la misericordia, come pure sull'Israele di Dio. 17 D'ora innanzi nessuno più mi molesti; perché io porto nel mio corpo le Stimmate del Signore Gesù. 18 La grazia del Signore nostro Gesù Cristo sia col vostro spirito, o fratelli. Così sia. [Lectio4] Dai Commentari di san Bonaventura Vescovo !Leggenda di S. Franc, c. 13 Francesco, questo servo e ministro veramente fedele di Cristo, due anni prima di rendere lo spirito al cielo, ritiratosi in un luogo elevato chiamato monte Alvernia per cominciarvi un digiuno di quaranta giorni in onore dell'Arcangelo Michele, fu inondato più abbondantemente dalle dolcezze spirituali della contemplazione soprannaturale ond'era abitualmente favorito e acceso più ardentemente dalla fiamma dei celesti desideri, onde cominciò a sentire un'affluenza straordinaria di tutti i doni soprannaturali. Mentre dunque i serafici ardori delle sue brame lo trasportavano in Dio, e un vivo sentimento di tenera compassione lo trasformava in colui, che volle per un eccesso d'amore essere crocifisso; pregando una mattina nella festa dell'Esaltazione della santa Croce, sul fianco della montagna, vide come l'aspetto d'un Serafino avente sei ali risplendenti e tutte fuoco, discendere dalla sublimità dei cieli. Il quale, giunto con volo rapidissimo a un certo punto nell'aria in prossimità dell'uomo di Dio, apparve non solo alato ma ancora crocifisso; colle mani e i piedi distesi e inchiodati a una croce, le ali invece disposte di qua e di la, in tal maniera, da averne due alzate sulla testa, due spiegate per volare, e le altre due ne coprivano, avvolgendolo, tutto il corpo. A tal visione egli stupì grandemente, e sentì nell'animo suo gioia mista a dolore, ché, mentre la vista gradevole di colui, che gli si mostrava in maniera sì prodigiosa e famigliare, gli causava piacere estremo, il crudele spettacolo della crocifissione gli trapassava l'anima con una spada di compassione dolorosa. [Lectio5] Egli sapeva bene, che la debolezza e la sofferenza sono incompatibili coll'immortalità d'uno spirito serafico, ma interiormente illuminato da colui che si mostrava di fuori, comprese che una tale visione era presentata a' suoi sguardi per insegnargli che l'incendio del cuore e non il martirio del corpo era quello che doveva trasformare interamente l'amico di Cristo in una perfetta rassomiglianza con Gesù crocifisso. Sparita pertanto la visione, dopo un arcano e famigliare colloquio, gli rimase l'anima infiammata d'un ardore serafico; e il corpo impresso di ferite simili a quelle del Crocifisso, come se, liquefatto dapprima sotto l'azione del fuoco, avesse poi ricevuta l'impronta d'un sigillo. Infatti cominciarono subito ad apparire nelle sue mani e ai suoi piedi i segni dei chiodi, aventi la loro testa sulla palma delle mani e sul collo dei piedi, e la loro punta all'opposto. Inoltre il lato destro presentava una cicatrice rossa, come se fosse stato trapassato da lancia, e più volte fece sacro sangue sì da bagnare e la tonaca e le altre sottovesti. [Lectio6] Divenuto dunque Francesco un uomo nuovo, grazie a un nuovo e stupendo miracolo — dacché per un singolare privilegio, di cui nessuno per l'addietro era stato favorito, egli si trovò contrassegnato, o per dir meglio, ornato delle sacre Stimmate — discese dal monte portando con sé l'immagine del Crocifisso, non tracciata già da mano d'artefice su tavole di pietra o di legno, ma stampata sulla propria carne dal dito di Dio vivente. E siccome sapeva benissimo «che è bene tener celati i secreti d'un re» (Tob. 12,7), perciò l'uomo serafico, cosciente del segreto del gran re, nascondeva più ch'era possibile quei sacri segni. Ma perché è proprio di Dio il rivelare per sua gloria le grandi cose che fa, il Signore stesso, che aveva impresso segretamente quelle stimmate, le mostrò apertamente con alcuni miracoli; affinché con questi strepitosi prodigi apparisse manifesta la virtù meravigliosa nascosta nelle Stimmate. - Ora questo miracoloso avvenimento sì ben constatato ed esaltato con lodi e favori speciali nelle bolle pontificie, il Papa Benedetto XI volle che si celebrasse ogni anno con una festa; che poi il Pontefice Paolo V, ad accendere i cuori dei fedeli all'amore di Cristo crocifisso, estese a tutta la Chiesa. [Lectio94] Francesco apparve decorato con un singolare privilegio non concesso nei secoli precedenti, quando decorato con le sacre Stimmate discese dal monte, portando con se l'effigie del Crocifisso, non raffigurata su tavole di pietra o manufatti lignei, ma disegnata sulle membra di carne dal dito del Dio vivente. Siccome l'uomo serafico sapeva ottimamente che era buona cosa nascondere il sacramento del re, conscio del segreto regale, occultava davanti agli uomini quei sacri segni. In verità, poiché è tipico di Dio rivelare le grandi cose che fa per la sua gloria, il Signore stesso, che aveva impresso segretamente quei segni, mostrò apertamente certi miracoli tramite esse; affinché l'occulta e meravigliosa forza di quelle Stimmate apparisse manifesta per l'evidenza dei segni. Più avanti Papa Benedetto XI volle che la cosa meravigliosa e tanto attestata nei diplomi pontifici ed esaltata con importanti lodi e favori fosse celebrata con annua solennità; che poi il Pontefice massimo Paolo V propagò a tutta la Chiesa affinché i cuori dei fedeli fossero accesi nell'amore di Cristo crocifisso. &teDeum [Responsory8] R. Lungi da me il gloriarmi d'altro, che della croce di nostro Signore Gesù Cristo; * In grazia del quale il mondo è crocifisso per me, e io per il mondo. V. Poiché io porto le Stimmate del Signore Gesù nel mio corpo. R. In grazia del quale il mondo è crocifisso per me, e io per il mondo. &Gloria R. In grazia del quale il mondo è crocifisso per me, e io per il mondo. [Hymnus Laudes] v. O Gesù, Redentore di tutti, immortale corona dei presuli, in questo giorno sii più clemente e indulgente con coloro che ti pregano, _ Nel corso dell'anno che oggi ricorre, risplende il giorno glorioso, che questo Santo ricevé le Stimmate del corpo di Cristo. _ Egli, disprezzando giustamente le effimere gioie di questo mondo, possiede tra gli Angeli una ricompensa eterna. _ Concedi a noi, benigno, di seguire le sue orme; e, per sua intercessione, rimetti ai tuoi servi il debito delle colpe. _ * Sia gloria a te, o Cristo, Re pietosissimo e al Padre, insieme con lo Spirito Santo, ora e per tutti i secoli. Amen.