[Officium] S. Laurentii Justiniani Episcopi et Confessoris [Name] Lorenzo [Oratio] Concedi, Dio onnipotente, che l'augusta solennità del tuo beato Confessore e Vescovo Lorenzo accresca in noi la devozione e l'aiuto per la salvezza. $Per Dominum [Lectio4] Lorenzo, nato a Venezia dall'illustre famiglia Giustiniani, fin dall'infanzia mostrò una grande gravità di costumi. Trascorsa l'adolescenza nelle pratiche della pietà, sentendosi invitato dalla divina Sapienza ai casti sponsali dell'anima con Cristo, cominciò a riflettere in quale istituto religioso dovesse entrare. Pertanto preparandosi santamente alla nuova milizia, oltre alle altre mortificazioni corporali si mise a dormire sulle nude tavole; e mentre un giorno considerava da una parte i piaceri del mondo e un matrimonio preparatogli dalla madre, e dall'altra le austerità del chiostro, gettando gli occhi sull'immagine del Crocifisso: «Sei tu, disse, Signore, la mia speranza: in te si trova sicurissimo rifugio» (Ps. 90,9), si rifugiò nella comunità dei canonici di San Giorgio in Alga. Dove, trovando nuovi mezzi di mortificazione, intraprese contro se stesso, come se si trattasse del più terribile nemico, il più ostinato combattimento, non permettendosi più nessuna soddisfazione, neppure quella di andare nel giardino di famiglia e di varcare la casa paterna, se non per compiere gli ultimi doveri della pietà verso la madre morente, che fece senza versar lacrime. La stessa cura metteva nel praticare l'obbedienza, la dolcezza e soprattutto l'umiltà, ricercando gli uffici più abbietti della comunità, mendicando nei luoghi più frequentati della città, e raccogliendovi più scherni che viveri, sopportando impassibile e silenzioso le ingiurie e le calunnie; solito di ricorrere soprattutto all'orazione, spesso era rapito in estasi in Dio, e il suo cuore bruciava di tanto ardore, da infiammare alla perseveranza e all'amore di Gesù Cristo anche i confratelli vacillanti. [Lectio5] Designato da Eugenio IV vescovo della sua patria, quanti più sforzi fece per declinare tal dignità, tanto più degnamente la ricoprì. Non cambiando per nulla il suo abituale tenore di vita, conservò continuamente a tavola, nella suppellettile e nel letto, la stessa povertà che aveva sempre praticata. Non aveva che pochi domestici, dicendo ch'egli possedeva un'altra grande famiglia, cioè i poveri di Cristo. A qualsiasi ora si andava da lui, era sempre pronto per tutti, a tutti prodigando la sua carità paterna, e non esitando anche a caricarsi di debiti per soccorrere alla loro indigenza. Richiesto con quale speranza lo facesse: Del mio Signore, rispondeva, il quale potrà facilmente prendersi i miei debiti. E che la sua speranza non fosse delusa dalla divina provvidenza, lo mostravano i soccorsi insperati che gli giungevano continuamente. Costruì più monasteri di vergini, ch'egli formò colla sua vigilanza alla pratica della vita perfetta. Si applicò sommamente a ritrarre le donne dalle pompe del secolo e dalle vanità degli abbigliamenti, e a riformare la disciplina e i costumi nel clero; onde si mostrò veramente degno d'essere proclamato dallo stesso Eugenio davanti ai cardinali la gloria e l'onore dell'episcopato, e d'essere nominato da Nicolò IV, suo successore, primo patriarca di Venezia, trasferendovi il titolo dalla città di Grado. [Lectio6] Favorito del dono delle lacrime, offriva ogni giorno a Dio onnipotente l'ostia di propiziazione. E mentre una volta lo faceva la notte della Natività del Signore, meritò di contemplare Gesù Cristo sotto la forma d'un graziosissimo fanciullo. Era sì grande l'efficacia delle sue preghiere per il gregge affidatogli, che, secondo una testimonianza venuta una volta dal cielo, la repubblica dové la sua salvezza all'intercessione e ai meriti del suo vescovo. Dotato di spirito profetico, predisse più volte avvenimenti umanamente affatto imprevedibili; le sue preghiere spesso fugarono malattie e demoni; e compose opere ripiene di celeste dottrina e spiranti pietà, benché conoscesse appena le regole dello stile. Infine, colpito da mortale malattia, e i suoi domestici preparandogli un letto più comodo per un vecchio e malato, respinse siffatti sollievi che gli sembravano contrastare troppo colla durissima croce sulla quale era spirato il suo Signore, volle farsi mettere sul suo letto abituale, e, vedendo la sua fine approssimarsi, rivolti gli occhi al cielo: Vengo a te, disse, o buon Gesù; e l'8 Gennaio s'addormentò nel Signore. La sua morte preziosa fu attestata da canti angelici uditi da certi monaci Certosini, dal suo santo corpo, che si mantenne integro e incorrotto spirante un odore soave, colla faccia colorita, per più di due mesi che restò insepolto, e da nuovi miracoli operatisi dopo morte. In considerazione di che, il sommo Pontefice Alessandro VIII l'iscrisse nel numero dei Santi. Innocenzo XII poi assegnò la celebrazione della sua festa al 5 Settembre, giorno in cui il sant'uomo era stato innalzato la prima volta sulla cattedra episcopale. [Lectio94] Lorenzo nacque a Venezia dall'illustre famiglia Giustiniani. Fin dall'infanzia cercò in tutti i modi di mortificare il proprio corpo. Rifiutando i piaceri del mondo e il matrimonio preparatogli dalla madre, fu ricevuto nella congregazione dei Canonici di san Giorgio in Alga. Nominato da Eugenio IV vescovo della sua città, non cambiò per nulla il suo abituale tenore di vita, procurando di sollevare i poveri nelle loro necessità, a costo di caricarsi di debiti, fiducioso nella divina Provvidenza che sempre gli venne incontro con soccorsi insperati. Esempio vivente di umiltà cristiana, si dedicò soprattutto a riformare la disciplina e i costumi del clero, rendendosi degno di essere proclamato dai sommi pontefici gloria dell'episcopato e di essere nominato primo patriarca di Venezia, titolo trasferito dalla città di Grado. Fu favorito del dono delle lacrime, della profezia e della guarigione. Compose opere ripiene di celeste dottrina e di pietà, benché conoscesse appena le regole dello stile. Morì l'8 gennaio. La celebrazione della festa fu fissata al 5 settembre, perché in questo giorno il santo era stato innalzato alla cattedra episcopale. &teDeum