[Officium] S. Josephi Calasanctii Confessoris [Oratio] O Dio, che per mezzo del tuo confessore S. Giuseppe, ti degnasti di arricchire la tua Chiesa di un Istituto religioso per la educazione e la istruzione della gioventù, fa' che, seguendo il suo esempio e per le sue preghiere, ci meritiamo il premio eterno con le nostre buone opere e con i nostri saggi insegnamenti. $Per Dominum [Lectio4] Giuseppe Calasanzio della Madre di Dio, nato da nobile famiglia a Prealta nell'Aragona, fin dai più teneri anni diede indizi della sua carità verso i fanciulli e del suo zelo per istruirli. Difatti bambino ancora, li riuniva intorno a sé, ed insegnava loro i misteri della fede e le sante preghiere. Istruitosi egregiamente nelle letture profane e sacre, mentre attendeva agli studi teologici a Valenza, ebbe a difendersi fortemente dalle insidie d'una donna nobile e potente, e con insigne vittoria conservò intatta la verginità, che aveva consacrata a Dio. Fattosi sacerdote per un voto, e chiamato da più vescovi della Nuova Castiglia, Aragona e Catalogna a dividere le loro fatiche, sorpassò le speranze di tutti, che dovunque si emendavano i costumi, veniva ristabilita la disciplina ecclesiastica, estinte mirabilmente le inimicizie e fazioni cruente. Ma avvertito ripetutamente da celeste visione e dalla voce di Dio, partì per Roma. [Lectio5] In Roma menò vita austerissima, affliggendo il suo corpo con veglie e digiuni, passando i giorni e le notti nella preghiera e nella contemplazione delle cose celesti, costumando di visitare quasi ogni notte le sette Basiliche della Città; e conservò quest'abitudine per molti anni. Ascrittosi a pie confraternite, stupisce con quanto zelo soccorreva i poveri, specialmente i malati e carcerati, facendo loro elemosine e prestando ogni dovere di pietà. In una peste che devastava Roma unitosi a san Camillo, si abbandonò così generosamente ai trasporti della carità, che, oltre a dare ai poveri malati larghi sussidi, giunse fino a trasportare colle sue spalle al luogo della sepoltura i cadaveri dei deceduti. Ma appreso da rivelazione divina essere egli destinato a istruire e formare nella pietà i giovanetti, sopratutto i poveri, fondò l'ordine dei Chierici regolari poveri delle Scuole pie della Madre di Dio, i quali avessero per regola di attendere in modo speciale all'istruzione dei fanciulli. Ed egli vivamente incoraggiato da Clemente VIII, Paolo V e altri sommi Pontefici, in breve tempo propagò mirabilmente quest'ordine in moltissime Provincie e regni d'Europa. Ma in ciò sopportò con animo invitto tante fatiche e tante prove, che con voce unanime era detto miracolo di fortezza e un altro esempio del santo Giobbe. [Lectio6] Benché generale del suo ordine, e lavorasse con tutte le forze alla salvezza delle anime, tuttavia mai cessò d'istruire i fanciulli specialmente più poveri, e soleva scoparne le scuole, e accompagnarli a casa. Perseverò cinquantadue anni, anche infermo, in queste ammirabili pratiche di pazienza ed umiltà; onde meritò che Dio lo illustrasse con frequenti miracoli davanti ai discepoli, e che la beatissima Vergine col bambino Gesù gli apparisse benedicente, mentr'essi pregavano. Ricusate nel frattempo le più alte dignità, celebre per il dono di profezia, penetrazione dei cuori, conoscenza di cose lontane e per miracoli, favorito da frequenti apparizioni della Vergine Madre di Dio, che egli onorò con un culto tutto particolare fin dall'infanzia e raccomandò sommamente ai suoi, e di altri Santi, dopo aver predetto il giorno della sua morte e il ristabilimento e incremento del suo ordine allora quasi distrutto, s'addormentò nel Signore a Roma, in età di novantadue anni, il 25 Agosto dell'anno 1648. Il suo cuore e la sua lingua dopo un secolo furono ritrovati incorrotti. Egli poi illustrato anche dopo morte da Dio con molti miracoli, prima fu onorato da Benedetto XIV del culto dei Beati, e poi da Clemente X fu annoverato solennemente fra i Santi. [Lectio94] Giuseppe Calasanzio nacque a Petralta, in Aragona. Fin da bambino riuniva i coetanei per insegnare loro i misteri della fede e le sante preghiere. Fattosi sacerdote per un voto, viveva austeramente mortificando il suo corpo con veglie e digiuni, e passando i giorni e le notti nella preghiera e nella contemplazione delle cose celesti. Avendo poi saputo, per divina rivelazione, di essere destinato ad istruire ed a formare nella pietà i giovani, soprattutto se poveri, fondò l'ordine dei Chierici regolari poveri delle scuole pie della Madre di Dio, che avevano come regola propria di curare in modo particolare l'istruzione dei fanciulli. Per quest'opera sopportò, con animo forte, innumerevoli fatiche e prove. Morì serenamente il 25 agosto 1648, all'età di novantun anni. &teDeum [Lectio7] Lettura del santo Vangelo secondo Matteo. !Matt 18:1-5 In quell'occasione: S'appressarono a Gesù i discepoli, e gli dissero: Chi è, secondo te, il più grande nel regno dei cieli? Eccetera. _ Omelia di san Giovanni Crisostomo !Al Capo 18 di Matteo - Omelia 60 «Guardatevi dal disprezzare alcuno di questi piccini, perché i loro Angeli vedono sempre il volto del Padre mio» (Mt 18,10), e perché io sono venuto per loro, e questa è la volontà del Padre mio. Con ciò egli ci avverte d'essere più diligenti nel custodire e preservare i fanciulli. Vedi che grandi ripari egli ha innalzato a difesa dei piccini, e quanto studio e cura abbia perché non si perdano; sia stabilendo pene severissime per quelli che li disprezzano, sia promettendo la massima ricompensa a quelli che ne hanno cura, e questo lo conferma col suo e coll'esempio del Padre. [Lectio8] Anche noi dunque imitiamo il Signore, e non omettiamo nulla per i fratelli, neppure quello che pare troppo umile e vile. Ma, se ci sarà bisogno ancora dell'opera. nostra, per quanto piccolo e spregevole sia colui che si deve servire, per quanto la cosa ci possa sembrare ardua e penosa, tutto questo, ci paia tollerabile e facile per la salvezza del fratello. Perché Dio ci ha mostrato essere un'anima degna di tanta sollecitudine e cura che per essa «non risparmiò neppure il suo Figlio» (Rom 8,32). [Lectio9] Se per salvarci non ci basta di vivere virtuosamente, ma occorre effettivamente desiderare la salute degli altri; che risponderemo dal momento che ne noi viviamo onestamente, ne è vi esortiamo gli altri? qual altra speranza di salvezza ci rimarrà? Qual cosa più grande che disciplinare gli animi, formare i costumi dei giovanetti? Per me colui che sa formare l'anima dei giovani, è certo superiore a qualsiasi pittore, a qualsiasi scultore, e a qualsiasi altro di simil genere. &teDeum