[Officium] S. Hyacinthi Confessoris [Name] Giacinto [Lectio4] Giacinto, Polacco, nacque da genitori nobili e cristiani nel castello di Kamin in diocesi di Breslavia. Istruito fin da fanciullo nelle lettere, dopo aver compito gli studi di giurisprudenza e sacra scrittura, ammesso fra i canonici di Cracovia, li sorpassò tutti per insigne pietà di vita e profonda erudizione. Ricevuto in Roma nell'ordine dei Predicatori dallo stesso fondatore san Domenico, praticò colla più grande santità, finché visse, la regola perfetta di vita ricevuta da lui. Conservò perpetua castità; amò la modestia, la pazienza, l'umiltà, l'astinenza e le altre virtù, come patrimonio assicurato d'un religioso. [Lectio5] Bruciando d'amore per Dio, passava spesso le intere notti a pregare e castigare il corpo, al quale non concedeva altro sollievo che l'appoggio d'una pietra, altro letto che la nuda terra. Rinviato in patria, fondò dapprima a Frisac un grandissimo convento del suo ordine, e poi un altro a Cracovia. Quindi dopo averne innalzati altri quattro in altre provincie del regno di Polonia, è incredibile i frutti che vi fece colla predicazione della parola di Dio e colla purezza della vita. Non passava giorno, che non desse qualche chiara prova della sua fede, pietà e santità. [Lectio6] Lo zelo del santissimo uomo per la salvezza del prossimo fu segnalato da Dio coi più grandi miracoli. Fra questi uno dei più insigni avvenne allorché presso Wisgrado egli attraversò, senza alcun battello, il fiume Vistola straripato, e lo fece passare pure ai suoi compagni stendendo sulle onde il suo mantello. Avendo perseverato, dopo la sua professione, quasi quarant'anni in un genere di vita ammirabile, e preannunziato ai suoi confratelli il giorno della sua morte, nella festa dell'assunzione della Vergine, dopo recitate le Ore canoniche e ricevuto con somma venerazione i sacramenti della Chiesa, a quelle parole: «Nelle tue mani, o Signore» (Ps. 30,6), rese lo spirito a Dio, nell'anno della salute 1257. Illustrato da miracoli anche dopo morte, Papa Clemente VIII l'annoverò fra i Santi. [Lectio94] Giacinto nacque in Polonia da genitori nobili e cristiani nel castello di Kamin, nella diocesi di Breslavia. Ammesso tra i canonici di Cracovia, li superò tutti per insigne devozione e profonda erudizione. Ricevuto a Roma nell'ordine dei Predicatori dallo stesso fondatore san Domenico, praticò con la più grande santità, finché visse, la regola di vita da lui ricevuta e conservò castità perpetua. Rimandato in patria, fondò sei monasteri del suo ordine. La sua predicazione della parola di Dio e la sua purezza di vita produssero abbondanti frutti. Egli fece molti miracoli: tra questi, uno dei più grandi avvenne presso Wisgrado, ove attraversò assieme ai suoi compagni, senza alcun battello, il fiume Vistola straripato, stendendo il suo mantello sulle onde. Dopo la sua professione religiosa, visse santamente per quasi quarant'anni; infine, nella festa dell'assunzione della Vergine, rese l'anima a Dio, nell'anno 1257, e da Clemente Vili fu annoverato fra i santi. &teDeum [Lectio94] (rubrica tridentina) !Commemorazione di S. Giacinto Confessore Giacinto, Polacco, nacque da genitori nobili e cristiani nel castello di Kamin in diocesi di Breslavia. Istruito fin da fanciullo nelle lettere, dopo aver compito gli studi di giurisprudenza e sacra scrittura, ammesso fra i canonici di Cracovia, li sorpassò tutti per insigne pietà di vita e profonda erudizione. Ricevuto in Roma nell'ordine dei Predicatori dallo stesso fondatore san Domenico, praticò colla più grande santità, finché visse, la regola perfetta di vita ricevuta da lui. Conservò perpetua castità; amò la modestia, la pazienza, l'umiltà, l'astinenza e le altre virtù, come patrimonio assicurato d'un religioso. Bruciando d'amore per Dio, passava spesso le intere notti a pregare e castigare il corpo, al quale non concedeva altro sollievo che l'appoggio d'una pietra, altro letto che la nuda terra. Rinviato in patria, fondò dapprima a Frisac un grandissimo convento del suo ordine, e poi un altro a Cracovia. Quindi dopo averne innalzati altri quattro in altre provincie del regno di Polonia, è incredibile i frutti che vi fece colla predicazione della parola di Dio e colla purezza della vita. Non passava giorno, che non desse qualche chiara prova della sua fede, pietà e santità. Lo zelo del santissimo uomo per la salvezza del prossimo fu segnalato da Dio coi più grandi miracoli. Fra questi uno dei più insigni avvenne allorché presso Wisgrado egli attraversò, senza alcun battello, il fiume Vistola straripato, e lo fece passare pure ai suoi compagni stendendo sulle onde il suo mantello. Avendo perseverato, dopo la sua professione, quasi quarant'anni in un genere di vita ammirabile, e preannunziato ai suoi confratelli il giorno della sua morte, nella festa dell'assunzione della Vergine, dopo recitate le Ore canoniche e ricevuto con somma venerazione i sacramenti della Chiesa, a quelle parole: «Nelle tue mani, o Signore» (Ps. 30,6), rese lo spirito a Dio, nell'anno della salute 1257. Illustrato da miracoli anche dopo morte, Papa Clemente VIII l'annoverò fra i Santi.