[Officium] S. Clarae Virginis [Name] Chiara [Lectio4] La vergine Chiara, nobile, nata ad Assisi nell'Umbria, ad esempio di san Francesco, suo concittadino, convertì e distribuì tutti i suoi beni in elemosine e mezzi d'assistenza per i poveri. Fuggendo il tumulto del suolo, si ritirò nella chiesa della Porziuncola, dove san Francesco le tagliò i capelli, ed ella resistete fortemente ai parenti che tentavano di ricondurla nel mondo. Condotta poi dallo stesso nella chiesa di san Damiano, il Signore le mandò parecchie compagne; e così ella istituì una comunità di religiose di cui accettò il governo solo per cedere alle reiterate istanze di san Francesco. Ella governò mirabilmente il suo monastero per quarantadue anni con sollecitudine, prudenza, timor di Dio ed esatta osservanza delle regole; che la sua vita era per le altre ammaestramento ed esempio, da cui apprendevano a regolare la loro vita. [Lectio5] Al fine di fortificare lo spirito soggiogando la carne, aveva per letto la nuda terra e talvolta dei sarmenti, e per cuscino un duro pezzo di legno. Aveva una sola tonaca con un mantello di stoffa rozza e grossolana, e un aspro cilizio cingeva la sua carne. Era tale la sua astinenza, che tre giorni della settimana per molto tempo non prese assolutamente niente per sostenere il suo corpo; e gli altri giorni si limitava a tale piccola quantità di cibo, che le altre si meravigliavano come potesse vivere. Prima di ammalarsi, faceva due quaresime all'anno non prendendo che pane ed acqua. Inoltre dedita continuamente alle veglie e all'orazione, passava in esse la maggior parte del giorno e della notte. Infermità di lunga durata non permettendole di levarsi da sola per i lavori materiali, si levava aiutata dalle sorelle; quindi, appoggiato il dorso a dei sostegni, lavorava colle proprie mani per non rimaner oziosa neppure nelle sue infermità. Amante sopratutto della povertà, non se ne allontanò per nessuna necessità; è ricusò costantissimamente delle possessioni offertele da Gregorio IX per il sostegno delle suore. [Lectio6] La sua grande santità fu illustrata da molti e vari miracoli. Restituì l'uso della parola ad una suora dèi suo monastero; a un'altra restituì l'udito; liberò un'altra dalla febbre, un'altra dalla idropisia, un'altra da una fistola e altre da altre malattie. Guarì di pazzia un frate dell'ordine dei Minori. Essendo venuto a mancare totalmente l'olio nel monastero, Chiara preso un'orciuolo, lo lavò e si trovò ripieno d'olio per un miracolo della divina bontà. Moltiplicò mezzo pane così, che bastò a cinquanta suore. Allorché i Saraceni cercavano, nell'assedio d'Assisi, d'invadere il monastero di Chiara, ella, benché malata, si fece portare alla porta della casa tenendo la scatola ove si custodiva il santissimo sacramento dell'Eucaristia, facendo questa preghiera: «Non abbandonare, o Signore, alle belve le anime che ti lodano, e proteggi le tue ancelle, che hai riscattato col tuo sangue prezioso» (Sal 73,19). Mentre così pregava. si udì questa voce: «Io vi proteggerò sempre». Difatti i Saraceni parte si diedero alla fuga, parte, già saliti sulle mura, divenuti ciechi, caddero per di dietro. Infine, questa Vergine, negli ultimi estremi visitata da un coro di sante Vergini biancovestite (fra le quali si distingueva una più risplendente di tutte le altre), ricevuta la santa Eucaristia e favorita da Innocenzo IV dell'indulgenza plenaria, il 12 Agosto rese l'anima a Dio. Glorificata poi dopo morte da moltissimi miracoli, Alessandro IV l'annoverò fra le sante Vergini. [Lectio94] Chiara, una nobile fanciulla di Assisi nell'Umbria, distribuì in elemosina ai poveri ogni ricchezza dietro l'esempio di san Francesco suo concittadino. Appartandosi dal mondo si ritirò nella Chiesa della Porziuncola, dove san Francesco le tagliò i capelli. Ella resistette fortemente ai parenti che tentavano di ricondurla nel mondo. Condotta poi dallo stesso santo nella chiesa di san Damiano, istituì una comunità di religiose di cui accettò il governo solo per cedere alle reiterate istanze di san Francesco. Ella governò mirabilmente il suo monastero per quarantadue anni con sollecitudine e prudenza. Allorché i Saraceni cercavano di invadere il monastero, ella comandò di portare il santissimo Sacramento, ed avendo pregato con profonda umiltà, li mise in fuga. Volò al cielo 1'11 agosto e dal papa Alessandro IV fu iscritta nel numero delle sante Vergini. &teDeum