[Officium] S. Cajetani Confessoris [Ant 1] Cercate in primo luogo il regno di Dio e la sua grazia, e il resto vi sarà dato per giunta. [Oratio] Dio, che concedesti al tuo beato Confessore Gaetano d'imitare il tenore di vita degli Apostoli: dà a noi, per sua intercessione ed esempio, di confidare sempre in te e di desiderare solo le cose celesti. $Per Dominum. [Lectio4] Gaetano, nato a Vicenza, dalla nobile famiglia di Tiene, appena nato, la madre l'offri alla Vergine Madre di Dio. Fin dai più teneri anni addimostrò tale mirabile innocenza, che tutti lo chiamavano il Santo. Laureatosi a Padova nell'uno e nell'altro diritto, si recò a Roma; dove Giulio II l'ammise fra i prelati, e ordinato sacerdote, arse di tal fuoco di amor di Dio, che, abbandonata la corte, si votò interamente a Dio. Fondati degli ospedali a sue spese, vi serviva colle sue proprie mani perfino gli appestati. Lo zelo infaticabile che spiegava per la salute del prossimo lo fecero soprannominare il Cacciatore delle anime. [Lectio5] Desideroso di ricondurre la disciplina ecclesiastica decaduta alla forma della vita apostolica, egli istituì l'ordine dei Chierici regolari, i quali, rinunziando a ogni preoccupazione di cose terrene, non avessero né rendite, né domandassero ai fedeli di che sostentarsi, ma vivessero di sole elemosine offerte spontaneamente. Pertanto, ottenuta l'approvazione di Clemente VII, fece la professione solenne all'altare maggiore della basilica Vaticana insieme con Giovanni Pietro Caraffa, vescovo di Chieti, che fu poi il sommo Pontefice Paolo IV, ed altri due personaggi di eminente pietà. Nel sacco di Roma fu mal trattato barbaramente dai soldati avidi di denaro, ch'egli aveva già deposto per le mani dei poveri nei tesori del cielo, sopportò battiture, torture e prigione con invitta pazienza. Egli perseverò con somma costanza nel tenore di vita che aveva abbracciato, non appoggiandosi che alla divina provvidenza, la quale non gli mancò mai come ebbero a provarlo talvolta dei miracoli. [Lectio6] Promosse sommamente l'amore al culto divino, il decoro della casa di Dio, l'osservanza dei sacri riti e l'uso frequente della santissima Eucaristia. Più di una volta scoprì e distrusse le insidie e gli errori dell'eresia. Prolungava la sua orazione per otto ore di seguito tra continue lacrime; spesso era rapito in estasi e fu celebre per il dono di profezia. Essendo a Roma la notte di Natale presso la culla del Signore, meritò di ricevere fra le sue braccia il Bambino Gesù dalla Madre di Dio. Talvolta passava le notti intere a castigare il suo corpo con discipline; né si poté indurlo mai ad addolcire l'austerità della sua vita; ripetendo di voler morire nella cenere e nel cilizio. Infine, caduto malato per il dolore di vedere Dio offeso in una sedizione popolare, confortato da visione celeste, se ne andò in cielo a Napoli; dove si conserva il suo corpo assi religiosamente nella chiesa di san Paolo. Celebre per numerosi miracoli in vita e dopo morte, il sommo Pontefice Clemente X lo iscrisse nel numero dei Santi. [Lectio94] Gaetano nacque a Vicenza dalla nobile famiglia dei Thiene. Appena nato venne offerto dalla madre alla vergine Madre di Dio. Laureatosi a Padova in diritto canonico e civile, si recò a Roma, dove Giulio II lo ammise fra i prelati e lo ordinò sacerdote. Fondò degli ospedali a sue spese, dove assisteva personalmente perfino gli appestati. Lo zelo infaticabile che spiegava per la salvezza del prossimo gli valse il soprannome di «cacciatore di anime». Desideroso di ricondurre la disciplina ecclesiastica decaduta alla forma di vita apostolica, istituì l'ordine dei Chierici Regolari i quali, rinunciando ad ogni preoccupazione terrena, non dovevano avere rendite, né chiedere ai fedeli il necessario per sostentarsi, ma vivevano soltanto delle elemosine offerte spontaneamente. Con l'approvazione di Clemente VII, fece la professione solenne sull'altare maggiore della basilica vaticana, con Giovanni Pietro Carafa, vescovo di Chieti, che fu poi Paolo IV, e con altri due compagni molto devoti. Si dedicò soprattutto a promuovere l'amore al culto divino, il decoro della casa di Dio, l'osservanza dei sacri riti e l'uso più frequente dell'eucaristia. Ricco di meriti, morì a Napoli, ove si conserva il suo corpo con grande devozione nella chiesa di san Paolo. &teDeum [Lectio7] Lettura del santo Vangelo secondo Matteo. !Matt 6:24-33 In quell'occasione Gesù disse ai suoi discepoli: Nessuno può servire a due padroni. Eccetera. _ Omelia di sant'Agostino Vescovo !Libro 2 sul Discorso del Signore sul monte, cap. 14 «Nessuno può servire a due padroni». A questa stessa intenzione si riferisce ciò ch'egli espone di conseguenza, dicendo: «Perché o odierà l'uno e amerà l'altro; o si affezionerà all'uno e disprezzerà l'altro». Bisogna considerare attentamente queste parole; perché egli stesso indica poi quali siano questi due padroni, aggiungendo: «Non potete servire a Dio e a mammona». Dicono che gli Ebrei chiamano le ricchezze mammona. Anche nella lingua Cartaginese questa parola ha lo stesso senso; perché mammona in Cartaginese significa guadagno. Ma servire a mammona è essere schiavo di colui che la sua perversità ha preposto alle cose terrene, e che il Signore chiama «principe di questo mondo» (Joan 12,31). Dunque, «o s'affezionerà all'uno e amerà l'altro» cioè Dio; «o s'affezionerà all'uno e disprezzerà l'altro». Difatti chi è schiavo di mammona, s'affeziona a un padrone duro e pernicioso; perché schiavo della sua cupidigia, subisce la tirannia del diavolo, e certo non lo ama punto. Perché chi può amare il diavolo? ma tuttavia lo sopporta. [Lectio8] Perciò , soggiunge, io vi dico di non angustiarvi per la vostra vita, di quel che mangerete, né per il vostro corpo, di che vi vestirete» (Matth. 6,25); perché pur non cercando il superfluo, il cuore non si divida per lo stesso necessario, e che, per procurarselo, la nostra intenzione non sia fuorviata fin dalle azioni che ci paiono fatte per motivo di misericordia; cioè, che mentre sembriamo dediti agli interessi del prossimo, non badiamo piuttosto al nostro vantaggio che alla sua utilità; e perciò non ci sembri di peccare non volendo noi ottenere il superfluo, ma il necessario. [Ant 2] Non vogliate angustiarvi * dicendo: Che mangeremo, o che berremo? Il vostro Padre sa che avete bisogno di tutte queste cose.