[Officium] S. Ignatii Confessoris [Oratio] O Dio, che a propagare la maggior gloria del tuo nome, hai fortificato per mezzo del beato Ignazio la Chiesa militante con un nuovo rinforzo: concedi, che, col suo aiuto, combattendo come lui in terra, noi meritiamo d'essere coronati con lui nel cielo. $Per Dominum [Lectio4] Ignazio di nazione Spagnuolo e nato a Loyola, nella Cantabria, da nobile famiglia, visse prima alla corte del re cattolico, e poi s'arruolò nella milizia. Costretto a letto per una grave ferita riportata nell'assedio di Pamplona, la lettura fortuita di pii libri l'infiammò d'un vivo desiderio di seguire le tracce di Cristo e dei Santi. Recatosi a Monserrato, vi sospese le armi davanti all'altare della beata Vergine, e vegliando la notte, iniziò il tirocinio della santa milizia. Quindi vestito di sacco com'era, avendo dato prima a un mendicante i suoi ricchi abiti, si ritirò a Manresa; dove dimorò un anno, mendicando il pane e l'acqua di cui si nutriva, digiunando tutti i giorni, eccetto le Domeniche, domando la carne con una rude catena e col cilizio, dormendo per terra e flagellandosi fino a sangue, con una disciplina di ferro, ma confortato da Dio con sì meravigliosi lumi, che era solito dire: Quand'anche non esistessero le sacre Scritture, io non sarei meno pronto a morire per la fede per le sole cose che il Signore m'ha rivelato a Manresa. Fu allora che quest'uomo, affatto illetterato, compose quel mirabile libro degli esercizi che si raccomanda per l'approvazione della Sede apostolica e per il bene che tutti ne ricavano. [Lectio5] Tuttavia per rendersi più atto a guadagnare le anime, risolvé d'assicurarsi il soccorso delle lettere, e cominciò a studiare la grammatica coi fanciulli. Intanto non trascurando per nulla quanto riguarda l'altrui salvezza, stupisce il vedere quante fatiche ed affronti ebbe a sostenere dappertutto, soffrendo le più dure prove, la prigione e le battiture fin quasi a morirne; ciò però non gli impediva di bramare ancora molto di più per la gloria del Signore. Essendosi uniti a lui nove compagni di diverse nazioni, appartenenti all'università di Parigi, tutti maestri nelle arti e addottorati in teologia, vi gettò a Montmartre i primi fondamenti del suo ordine, che poi stabilì a Roma, aggiungendo ai tre ordinari un quarto voto riguardante le Missioni, e mettendolo sotto la stretta dipendenza della Sede apostolica; e Paolo III prima l'ammise e confermò, e altri Pontefici e il concilio di Trento l'approvarono. Egli poi inviato san Francesco Saverio a predicare il Vangelo nelle Indie e disseminati altri nelle diverse parti del mondo a propagarvi la religione, dichiarò guerra al paganesimo e alla eresia; e con tal successo, che, per sentimento universale, confermato anche da testimonianza pontificia, Dio volle opposto Ignazio e la sua società a Lutero e agli eretici d'allora, come già altri santi uomini in altri tempi. [Lectio6] Ma innanzi tutto e soprattutto ebbe a cuore il rinnovamento della pietà fra i Cattolici. Lo splendore dei templi, l'insegnamento del catechismo, la frequenza delle sacre riunioni e dei sacramenti devono molto alla sua azione. Egli aprì dappertutto collegi per formare la gioventù nelle lettere e nella pietà; a Roma fondò il collegio Germanico, ricoveri per le donne perdute e le giovani pericolanti, case per i catecumeni e gli orfani di ambo i sessi, e altre opere di pietà attestano il suo zelo infaticabile per guadagnare le anime a Dio; più d'una volta si udì dire, che se gli fosse dato di scegliere, avrebbe preferito vivere incerto della beatitudine, e intanto lavorare per Iddio e la salvezza del prossimo, piuttosto che morire subito colla sicurezza della gloria del cielo. Esercitò un impero straordinario sui demoni. S. Filippo Neri ed altri videro il suo volto tutto raggiante di luce celeste. Infine, a sessantacinque anni di età, se ne andò all'amplesso del suo Signore, la cui maggior gloria aveva avuto sempre in bocca, ed aveva cercato in tutto. Illustre nella Chiesa per i suoi grandi meriti e miracoli, Gregorio XV lo iscrisse nell'albo dei Santi. [Lectio94] Sant'Ignazio, nacque in Spagna, a Loyola, nella Biscaglia. Visse prima alla corte, poi abbracciò la carriera militare. Mentre era degente a causa di una ferita riportata nell'assedio di Pamplona, gli capitò di leggere alcuni libri spirituali: si infiammò dal desiderio di imitare Cristo e i santi. Recatosi a Montserrat, appese l'armatura davanti all'altare della Madonna. Dopo una veglia d'armi, iniziò la carriera di soldato di Dio. Ebbe una condotta molto severa. Uomo di modestissima cultura, eppure dotato di profonda intuizione in materia religiosa, scrisse quel libro di esercizi spirituali, che desta molta ammirazione e che fu sempre trovato valido e per il bene che arreca e per l'esplicita approvazione della santa Sede. Cominciò l'organizzazione della Compagnia di Gesù nel rione di Montmartre, a Parigi, dove si era unito ad altri nove compagni, provenienti da diverse nazioni. Poi diede la forma definitiva della Compagnia, a Roma, quando aggiunse ai tre consueti voti religiosi, anche un quarto voto, cioè quello di servire alle missioni, secondo le indicazioni della santa Sede. Favorì molto il riordino delle chiese, l'insegnamento del catechismo, la frequenza alle adunanze religiose e ai sacramenti: si preoccupò molto di propagare la religione cattolica. Esercitò un forte potere sul demonio. A 65 anni se ne andò ad abbracciare il suo Signore, ai quale aveva sempre cercato di dare il massimo della gloria. Pio XI lo elesse e lo dichiarò patrono di tutti i corsi di esercizi spirituali. &teDeum