[Officium] S. Vincentii a Paulo Confessoris [Oratio] O Dio, che per evangelizzare i poveri e per promuovere il decoro dell'ordine ecclesiastico, arricchisti il beato Vincenzo di virtù apostoliche: concedi, che, come ne veneriamo la pietà e i meriti, così ne apprendiamo anche gli esempi di virtù. $Per Dominum [Lectio4] Vincenzo de' Paoli, di nazione Francese, nato a Pouy, non lungi da Dax, nella Guascogna, fin da fanciullo mostrò una grande carità verso i poveri. Dalla pastura delle pecore del padre, passato alla coltura delle lettere, studiò letteratura a Dax, poi teologia a Tolosa e a Saragozza. Ordinato sacerdote e laureatosi in teologia, cadde nelle mani dei Turchi, che lo, condussero in Africa. Ma nella sua cattività conquistò a Cristo il suo stesso padrone. Col soccorso della Madre di Dio poi fuggì con lui da quei barbari paesi, e intraprese il viaggio di Roma. Ritornato in Francia, governò santissimamente le parrocchie prima di Clichy e poi di Chatillon. Nominato dal re grande elemosiniere delle galere di Francia, vi portò uno zelo meraviglioso per la salvezza degli ufficiali e dei rematori. Dato da san Francesco di Sales per superiore alle religiose della Visitazione, ricoprì questa carica per lo spazio di quasi quarant'anni con tanta prudenza, da giustificare pienamente il giudizio del santo vescovo, il quale dichiarava di non conoscere altro prete più degno di Vincenzo. [Lectio5] Evangelizzare i poveri, specie della campagna, fu la sua incessante occupazione fino all'età decrepita, e obbligò particolarmente a quest'opera apostolica sia se stesso sia i membri della congregazione, che aveva istituito sotto il titolo di Preti secolari della Missione con un voto perpetuo confermato dalla santa Sede. Quanto s'adoperasse a promuovere la disciplina nel clero, lo attestano i seminari eretti per i chierici aspiranti ai sacri ordini, le frequenti conferenze fra i sacerdoti intorno a cose sacre, e gli esercizi di preparazione alle sacre ordinazioni; e per tutto ciò, come pure per gli esercizi dei laici, volle che le case del suo istituto si aprissero volentieri. Di più, affin di sviluppare la fede e la pietà, inviò operai evangelici non solo nelle Provincie della Francia, ma in Italia, Polonia, Scozia, Irlanda e fin nella Barberia e nelle Indie. Egli poi, dopo la morte di Luigi XIII, che assisté fino all'ultimo, chiamato dalla regina Anna d'Austria, madre di Luigi XIV, a far parte d'un consiglio ecclesiastico, si adoperò con tutte le forze perché le chiese e i monasteri fossero dati solo ai più degni; perché finissero le discordie civili, i duelli e gli errori nascenti, detestati da lui appena scoperti; perché finalmente i giudizi apostolici fossero ricevuti da tutti colla dovuta obbedienza. [Lectio6] Non ci fu genere di calamità che egli non soccorresse paternamente. I fedeli gementi sotto il giogo dei Turchi, i fanciulli abbandonati, i giovani discoli, le vergini esposte, le religiose disperse, le donne cadute, i condannati alla galera, i forestieri malati, gli artigiani invalidi, i pazzi medesimi, e innumerevoli mendicanti furono da lui soccorsi, ricevuti e caritatevolmente curati negli ospizi che sussistono ancora. Soccorse largamente la Lorena, la Champagna, la Piccardia, e altre regioni rovinate dalla peste, dalla carestia e dalla guerra. Fondò per la ricerca e il sollievo dei disgraziati, molte congregazioni, tra le quali è celebre quella delle dame, e delle Figlie della Carità tanto diffuse. Istituì pure le Figlie della Croce, della Provvidenza, di santa Genoveffa per la. educazione delle giovanette. In mezzo a sì grandi imprese e ad altre ancora, egli era continuamente occupato di Dio, affabile con tutti, sempre uguale a se stesso, semplice, retto, umile, rifuggì sempre dagli onori, ricchezze e godimenti; e si sentì dire non piacergli nulla che non fosse in Gesù Cristo, che cercava d'imitare in tutto. Finalmente, consunto dalle mortificazioni, fatiche e vecchiaia, il 27 Settembre dell'anno della salute 1660, e ottantacinquesimo della sua età, si addormentò placidamente a Parigi nella casa di san Lazzaro e casa madre della congregazione della Missione; per lo splendore delle sue virtù, dei suoi meriti e dei suoi miracoli Clemente XII lo iscrisse tra i Santi, fissando la sua festa al 19 Luglio. Quest'esimio eroe della divina carità, sommamente benemerito d'ogni classe di persone, Leone XIII, ad istanza d'un gran numero di prelati, lo dichiarò e stabilì speciale patrono presso Dio di tutte le congregazioni di carità esistenti nel mondo cattolico e da lui in qualsiasi modo derivate. [Lectio94] Vincenzo de' Paoli, nato a Pony, nella Guascogna, fin da fanciullo mostrò una grande carità verso i poveri. Passato dal pascolo delle pecore del padre allo studio delle lettere, e in seguito ordinato sacerdote, cadde nelle mani dei Turchi, che lo condussero schiavo in Africa. Ma avendo ivi convertito a Cristo lo stesso suo padrone, fuggì e ritornò in Francia. Nelle parrocchie affidategli e in seguito nelle galere si dedicò indefessamente alla salvezza delle anime. Resse con la massima prudenza per circa quarant'anni le religiose della Visitazione. Istruire i poveri, specie della campagna, fu la sua incessante preoccupazione fino alla vecchiaia e obbligò con un voto perpetuo confermato dalla santa Sede particolarmente a quest'opera apostolica sia se stesso e sia i membri della congregazione, che aveva istituito sotto il titolo di Preti secolari della Missione. Fondò molte congregazioni per la ricerca e il sollievo dei diseredati e per l'educazione delle giovani. Finalmente, consunto dalle fatiche e dalla vecchiaia, nell'anno 1660 placidamente si addormentò nel Signore. Per la popolarità dei miracoli Clemente XII lo iscrisse tra i santi, e Leone XIII lo dichiarò e stabilì speciale patrono presso Dio di tutte le congregazioni di carità esistenti nel mondo cattolico e da lui in qualsiasi modo derivate. &teDeum