[Officium] S. Elisabeth Reg. Portugaliae Viduae [Hymnus Vespera] v. Domare gl'impeti del cuore e servire a Dio nella povertà, la forte Elisabetta lo preferì al regno. _ Ed eccola ammessa nelle fulgide sedi del cielo, e inondata dalle delizie della dimora celeste. _ Ora, più beata regna fra i celesti, e domina gli astri, insegnandoci quali siano i beni del vero regno. _ Potere al Padre, gloria al Figlio, eterno onore a te, Spirito Santo Amen. [Versum 1] V. Prega per noi, o beata Elisabetta. R. Affinché siam fatti degni delle promesse di Cristo. [Ant 1] Ed ora, o re, fate senno, imparate, o giudici della terra. [Oratio] Clementissimo Iddio, che fra le altre egregie doti adornasti la beata regina Elisabetta della prerogativa di calmare i furori della guerra: dacci, per sua intercessione, di giungere, dopo la pace di questa vita mortale, che domandiamo umilmente, ai gaudi eterni. $Per Dominum [Invit] Lodiamo il nostro Dio * Nelle opere sante della beata Elisabetta. [Lectio4] Elisabetta nacque dai reali d'Aragona, nell'anno di Cristo 1271, e in presagio della sua futura santità i genitori, lasciato contro l'uso il nome della madre e della nonna, vollero che nel battesimo si chiamasse col nome della prozia materna, santa Elisabetta duchessa di Turingia. Appena nata, si vide subito quale mediatrice di pace sarebbe stata per i regni e per i re; perché l'allegrezza della sua nascita riconciliò il nonno con suo padre divisi da funeste discordie. Il padre poi, ammirando l'indole che la figlia mostrava col crescere, diceva che Elisabetta avrebbe superato di molto in virtù, essa sola, tutte le altre donne uscite dal sangue dei re di Aragona. E pieno di venerazione per la celeste vita di lei sprezzante degli abbigliamenti, rifuggente dai piaceri, tutta dedita ai digiuni, alle preghiere continue e alle opere di carità, non rifiniva d'attribuire ai soli meriti della figlia la prosperità dei suoi affari e del regno. La fama di lei sparsasi dovunque, ed ella richiesta da molti principi per sposa, finalmente fu accordata a Dionigi, re di Portogallo, e il matrimonio fu celebrato secondo il rito della santa Chiesa. [Lectio5] Nella vita coniugale, non metteva minor cura nel coltivar le virtù che nell'educare i figli, cercando di piacere al marito, ma più a Dio. Quasi metà dell'anno viveva soltanto di pane e acqua; la quale si cambiò miracolosa mente in vino un dì che, malata, aveva rifiutato di berne nonostante la prescrizione del medico. Una povera donna, a cui aveva baciata un'ulcere orribile, fu guarita all'istante. Un giorno d'inverno, volendo nascondere al re le monete che stava per dare ai poveri, le cambiò in rose. Rese la vista a una giovane cieca dalla nascita; guarì, col solo segno della croce, molti altri da gravissime malattie; e fece moltissimi miracoli di questo genere. Non solo costruì monasteri, ricoveri, chiese, ma e li dotò con munificenza. Fu ammirabile nello spegnere le discordie fra i re; infaticabile nel soccorrere le miserie pubbliche e private dell'umanità. [Lectio6] Modello di tutte le virtù in gioventù alle vergini, nel matrimonio alle spose, lo fu ancora alle vedove, nell'isolamento, dopo la morte del re Dionigi. Difatti preso tosto l'abito delle religiose di santa Chiara, assisté, intrepida, ai funerali del re, e poco dopo si recò a Compostela per offrire in suffragio dell'anima dello sposo molti doni in seta, argento, oro e pietre preziose. Ritornata a casa, convertì in pii e santi usi tutto quanto di caro e prezioso l'era rimasto; così tutta occupata nell'ultimare il monastero veramente regale che aveva fondato per vergini a Coimbra, nel nutrire i poveri, proteggere le vedove, difendere gli orfani, sollevare tutti i disgraziati, ella viveva non per sé, ma per Iddio e per il bene di tutti. Affin di riappacificare due re, il figlio e il genero, si recò nella celebre piazzaforte di Estremoz, dove cadde malata per le fatiche del viaggio, e, visitata dalla Vergine Madre di Dio, morì santamente il 4 Luglio dell'anno 1336. Dopo morte fu illustrata da molti miracoli, specialmente dal soavissimo odore del suo corpo rimasto incorrotto dopo quasi trecent'anni; così ella restò sempre celebre, col nome di: la santa regina. Finalmente nell'anno del giubileo, e della nostra salute 1525, in mezzo al concorso e col plauso di tutto l'orbe cristiano, Urbano VIII la iscrisse solennemente nel novero dei Santi. [Lectio94] Santa Elisabetta nacque nel 1271 dai re di Aragona. La gioia per la sua nascita fece riconciliare il padre e il nonno: da questo avvenimento si poté arguire che Elisabetta sarebbe stata la riconciliatrice delle nazioni. Si distinse per la mortificazione, per la preghiera e per la carità. Fu data in sposa al re di Portogallo, Dionisio. Fu virtuosa e abile educatrice dei figli, e cercava di piacere al marito, e ancora di più a Dio. Costruì e finanziò monasteri, istituti e chiese. Riuscì in modo ammirabile a riappacificare i re in contesa. Si dedicò, anche con miracoli, all'assistenza durante le gravi calamità pubbliche e private. Dopo la morte di Dionisio, vestì il saio francescano e, per suffragare l'anima del marito, regalò al santuario di Santiago quanto aveva di più caro e di più costoso, perché fosse adibito al servizio del culto e dei poveri. Mentre si recava a metter pace fra due re, cioè tra suo figlio e suo genero, cadde ammalata. Morì, dopo essere stata visitata dalla Madonna. Riconosciuti i suoi miracoli, Urbano VIII la inserì nel catalogo dei santi. &teDeum [Capitulum Laudes] !Prov 31:10-11 v. Chi potrà trovare una donna forte? Ella vale più delle perle portate da lontano. In lei confida il cuore dello sposo, il quale non mancherà di ricchezze. $Deo gratias [Hymnus Laudes] v. Alle pompe e agli onori del trono rinunziasti, Elisabetta, per consacrarti al servizio di Dio: ed ora che ti bei, accolta fra gli Angeli, ti piaccia di proteggerci dalle insidie dei nemici. _ Siici guida e mostraci la via della salvezza: noi ti seguiremo: Oh! una sola sia la mente dei fedeli, ogni loro azione dia buon odore, come l'insinua la tua carità dissimulata sotto le rose. _ Beata carità, lassù nel cielo, tu che lo puoi, collocaci per sempre: al Padre, e al Figlio sia somma gloria, e lode perenne a te, o Spirito Santo. Amen. [Versum 2] V. Per i meriti e le preghiere della beata Elisabetta. R. Sii benigno, o Signore, col tuo popolo. [Ant 2] Tu gloria di Gerusalemme, * tu letizia di Israele, tu onorificenza del tuo popolo. [Ant 3] O Elisabetta, * madre della pace e della patria, trionfante nel cielo, donaci la pace.