[Officium] Septima die infra Octavam Ss. Apostolorum Petri et Pauli [Lectio4] Sermone di S. Massimo Vescovo Riteniamo che non sia accaduto senza causa, fratelli carissimi, che i gloriosissimi principi della fede Cristiana Pietro e Paolo in un solo giorno in un sol luogo soffrirono la sentenza di un solo tiranno. In un sol giorno hanno sofferto, per giungere parimenti a Cristo : in un sol luogo, perché Roma non venisse meno ad un fianco, sotto un solo persecutore, perché un uguale crudeltà costringesse entrambi. Il giorno dunque, ritengo, per il merito, il luogo per la gloria, il persecutore è stato decretato per la virtù. Ed in qual luogo infine sostennero il martirio? Nella città di Roma, che possiede il principato e il capo delle nazioni; ossia affinché dove era il capo della superstizione, lì riposasse il capo della santità; e dove abitavano i principi dei gentili, lì sostassero i principi delle chiese. [Lectio5] Ma di qual merito siano i beatissimi Pietro e Paolo, lo possiamo capire dal fato che il Signore aveva illustrato la regione dell'Oriente con la propria passione; la parte d'Occidente, perché non fosse da meno, si è degnato di illuminare col sangue degli apostoli. E benché la sua passione sia sufficiente a noi per la salvezza, tuttavia anche il martirio di costoro ci portò ad esempio. Oggi dunque i beati apostoli profusero il sangue : ma vediamo la causa perché questi sono stati colpiti, ossia che tra gli altri miracoli anche il celebre Simon mago fecero cadere con le proprie preghiere dal vuoto dell'aria in precipitosa rovina. [Lectio6] Siccome il medesimo Simone diceva di essere Cristo, ed asseriva di poter salire volando in quanto figlio al padre, ed improvvisamente innalzato aveva iniziato a volare con le arti magiche: allora Pietro inginocchiatosi pregò il Signore e con santa preghiera vinse la leggerezza magica. Prima infatti ascese al Signore la preghiera, che il volo, e innanzi pervenne la giusta petizione, che l'iniqua presunzione;i prima Pietro posato a terra ottenne ciò che chiedeva che Simone giungesse nei cieli, onde tendeva. Allora quindi Pietro lo depose come vinto dall'aria superiore, e spezzò con un certo precipizio le sue gambe sbattendolo su un sasso : e ciò in obbrobrio di quel fatto, che chi poco prima aveva tentato di volare, all'improvviso non potesse camminare, e chi aveva assunto le penne, perdesse le piante.