[Officium] S. Gregorii VII Papae Confessoris [Oratio] O Dio, fortezza di quelli che sperano in te, il quale al tuo beato Confessore e Pontefice Gregorio desti la virtù del coraggio per difendere la libertà della Chiesa: dacci a suo esempio ed intercessione, di superare fortemente tutte le avversità. $Per Dominum [Lectio4] Papa Gregorio VII, prima Ildebrando, nato a Soana in Toscana, grande innanzitutto per dottrina, santità e ogni altro genere di virtù, illustrò mirabilmente tutta la Chiesa di Dio. Fanciullo ancora ed ignaro di lettere, giocando ai piedi d'un falegname che piallava dei legni, si racconta che formasse per caso coi trucioli quelle parole profetiche di David: «Dominerà da un mare fino all'altro mare» (Ps. 71,8); sorreggendo il Signore la mano del fanciullo, a significare la più alta autorità del mondo che possederebbe un giorno. Portatosi a Roma, vi fu educato sotto la protezione di san Pietro. Giovane, profondamente addolorato al vedere la libertà della Chiesa oppressa dai laici e i corrotti costumi del clero, vestì l'abito monastico nell'abbazia di Cluny, dove la osservanza e l'austerità della vita sotto la regola di san Benedetto era allora nel massimo vigore, e si diede al servizio della divina maestà con pietà sì ardente, che venne eletto priore dai santi padri di quel monastero. Ma destinandolo la provvidenza divina a cose maggiori, Ildebrando fu tratto per la salvezza di moltissimi da Cluny; ed eletto dapprima abate del monastero di san Paolo di Roma fuori le mura, e poi creato cardinale della Chiesa Romana, sostenne importantissime missioni sotto i sommi Pontefici Leone IX, Vittore II, Stefano IX, Nicolò II e Alessandro II; chiamato da san Pier Damiano l'uomo del consiglio santissimo e purissimo. Da Papa Vittore II inviato suo legato in Francia, costrinse miracolosamente il vescovo di Lione, colpevole di simonia, a confessare il suo delitto. Nel concilio di Tours costrinse Berengario ad abiurare una seconda volta l'eresia. Colla sua energia soffocò lo scisma di Cadaloo. [Lectio5] Morto Alessandro II, eletto con unanime consenso sommo Pontefice, nonostante la sua resistenza e le sue lacrime, il 22 di Aprile dell'anno di Cristo 1072, rifulse come sole nella casa di Dio. Difatti, potente nelle opere e nelle parole, s'adoperò con tanto zelo a restaurare la disciplina ecclesiastica, a propagare la fede, a restituire la libertà alla Chiesa, ad estirpare errori e corruttele, che dal tempo degli Apostoli pare non esservi stato alcun Pontefice, il quale abbia sostenuto più fatiche e molestie per la Chiesa di Dio, o che abbia combattuto più fortemente per la sua libertà. Liberò più provincie dalla peste della simonia. Contro gli empi sforzi dell'imperatore Enrico si mostrò in tutto atleta forte ed intrepido, e non temé di alzarsi come un muro in difesa della casa d'Israele; ed essendo caduto questo stesso Enrico nei più gravi delitti, lo scomunicò, privò del regno e sciolse i suoi popoli dal giuramento di fedeltà. [Lectio6] Mentre celebrava il sacrificio della Messa, pie persone videro una colomba discendere dal cielo, posarsi sulla sua spalla destra e coprire colle sue ali la sua testa; a significare con ciò ch'egli si lasciava guidare nel governo della Chiesa dallo Spirito Santo, non da ragioni umane. Assediato in Roma dall'esercito dell'iniquo Enrico, estinse con un segno di croce un incendio suscitato dai nemici. Liberato finalmente dalle mani di lui da Roberto Guiscardo capo dei Normanni, si portò a Cassino; e poi di là andò a Salerno per consacrarvi la chiesa di san. Matteo Apostolo. Un giorno, mentre parlava al popolo di quella città, sfinito da tante prove cadde malato, predicendo la sua morte. Le ultime parole di Gregorio morente furono: «Ho amato la giustizia e odiato l'iniquità, perciò muoio in esilio» (Ps. 44,9). Non è possibile ridire le sofferenze coraggiosamente sostenute, o i saggi decreti fatti in molti concilii tenuti a Roma: uomo veramente santo, vindice dei delitti, e il più valoroso difensore della Chiesa. Aveva compito dodici anni di pontificato, allorché se ne andò in cielo, nell'anno della salute 1085, illustre per molti miracoli in vita e dopo morte; il suo sacro corpo fu sepolto con onore nella basilica cattedrale di Salerno. [Lectio94] Papa Gregorio VII, di nome Ildebrando, nacque a Soana in Toscana. Grande innanzitutto per dottrina, santità e ogni virtù, diede gloria mirabile a tutta la Chiesa di Dio. Adolescente, rivestì l'abito religioso nel monastero di Cluny e servì Dio con tanto ardore di pietà da essere eletto priore dai padri di quel monastero. Nominato poi abate del monastero di san Paolo fuori le mura, a Roma, e più tardi ancora cardinale di santa romana Chiesa, portò a compimento importantissimi incarichi e legazioni sotto i sommi pontefici Leone IX, Vittore II, Stefano IX, Nicolò II e Alessandro II. Alla morte di papa Alessandro, fu eletto, con unanime consenso, sommo pontefice. Emerse geme cornbattente e strenuo difensore delle libertà ecclesiastiche. Per questo soffrì molto e fu costretto ad allontanarsi da Roma. Mentre stava per morire, le sue ultime parole furono : « Ho amato la giustizia e odiato l'iniquità perciò muoio in esilio ». Salì al cielo nel 1085, e il suo corpo fu sepolto con grandi onoranze nella cattedrale di Salerno. &teDeum