[Officium] S. Paschalis Baylon Confessoris [Oratio] Dio, che decorasti il tuo beato Confessore Pasquale d'un ammirabile affetto verso i sacri misteri del corpo e sangue tuo: concedi benigno, che anche noi meritiamo di ricevere da questo divino convito quello stesso fervore di spirito che ne riportò lui: $Qui vivis [Lectio4] Pasquale Baylon, nato da poveri ma pii parenti nella borgata di Torre-Hermosa in diocesi di Seguenza nell'Aragona, fin dai più teneri anni diede numerosi indizi della futura santità. Avendo sortito un'anima buona e piena di trasporto per le cose celesti, passò la puerizia e l'adolescenza nel guardare il gregge; egli amava particolarmente questo genere di vita, perché lo trovava molto adatto e favorevole alla pratica dell'umiltà e sopratutto a conservare la innocenza. Sobrio nel vitto, assiduo alla preghiera, aveva tanta autorità e possedeva tanto la confidenza dei coetanei e compagni, che ne componeva i litigi, ne correggeva i difetti, ne illuminava l'ignoranza e stimolava l'indolenza così che l'onoravano e amavano con trasporto come loro padre e maestro: e molti già fin d'allora lo chiamavano il beato. [Lectio5] Questo fiore delle valli cresciuto sì felicemente nella terra deserta e arida del secolo, trapiantato nella casa del Signore, esalò dappertutto un ammirabile profumo di santità. Pasquale avendo dunque abbracciato un genere di vita più austero, ed essendo stato ricevuto nell'ordine dei frati Minori Scalzi della stretta osservanza, si slanciò come un gigante a percorrere la sua via; e datosi interamente al culto del Signore, pensava giorno e notte in qual maniera poter divenire sempre più conforme a lui. Quindi bentosto gli stessi religiosi più anziani si proposero di imitarlo, come un modello di perfezione serafica. Ma egli posto nell'umile grado di converso, reputandosi come il rifiuto di tutti, riceveva colla più grande gioia i lavori più faticosi e vili della casa, come se toccassero proprio a lui, e li faceva con uguale umiltà e pazienza. Afflisse con una mortificazione continua la sua carne, che qualche volta aveva tentato di ribellarsi allo spirito, e la ridusse in soggezione; con una incessante abnegazione di sé accresceva poi di giorno in giorno il fervore dello spirito. [Lectio6] Onorava come sua madre con quotidiani ossequi e invocava con figliale fiducia la Vergine Madre di Dio, sotto la cui protezione s'era messo fin dall'infanzia. È difficile poi ridire quale fosse l'ardore e la tenera devozione sua verso il santissimo sacramento dell'Eucaristia: e parve che anche morto esso perdurasse nel suo cadavere, perché, mentre giaceva sul cataletto, all'elevazione dell'Ostia aprì e richiuse gli occhi due volte, con grande ammirazione di tutti i presenti. Avendo professato pubblicamente e apertamente davanti agli eretici la credenza nella presenza reale, ebbe a soffrirne molti e gravi maltrattamenti; fu cercato anche più volte a morte, ma la speciale provvidenza di Dio lo sottrasse dalle mani degli empi. Spesso nell'orazione andava fuor dei sensi, e languiva in una dolce estasi d'amore; e si crede che in questi momenti egli, uomo semplice e illetterato, attingesse quella scienza celeste onde potè rispondere a difficilissimi misteri della fede e scrivere anche dei libri. Infine, pieno di meriti, se ne andò felicemente al Signore, l'ora stessa che aveva predetto, nell'anno della salute 1592, il 17 Maggio, festa di Pentecoste, lo stesso giorno della nascita, in età di 52 anni. Celebre per queste ed altre virtù, ed illustre per miracoli così in vita che dopo morte, il sommo Pontefice Paolo V lo dichiarò Beato; Alessandro VIII poi lo iscrisse nell'albo dei Santi; finalmente Leone XIII lo dichiarò e costituì speciale celeste patrono dei congressi eucaristici e di tutte le confraternite del santissimo Sacramento, sia di quelle già esistenti sia di quelle che sorgeranno nell'avvenire. [Lectio94] Pasquale Baylón nacque nella città di Torre Hermosa, in Aragona, da poveri ma pii genitori. Trascorse la fanciullezza e l'adolescenza facendo il pastore. Avendo, quindi, abbracciato un genere di vita più severo ed essendo stato accolto nell'ordine dei Frati Minori, meditava continuamente in qual modo potesse conformarsi sempre di più a Gesù crocifisso. Onorava come madre, con filiali e quotidiani atti di devozione la vergine Madre di Dio, al cui servizio si era dedicato fin dall'infanzia. Fu pervaso continuamente da sentimenti di tenera devozione verso l'eucaristia; sembrò che anche morto conservasse questa devozione, perché, all'elevazione della sacra Ostia egli, che giaceva nel feretro, per due volte aprì e chiuse gli occhi, con grande stupore di tutti i presenti. Ricco di meriti, salì al cielo nell'anno 1592. Leone XIII lo dichiarò e costituì celeste patrono particolare delle assemblee eucaristiche e di tutte le confraternite della santissima eucaristia. &teDeum