[Officium] S. Fidelis de Sigmaringa Martyris [Oratio] O Dio, che ti sei degnato di decorare della palma del martirio e di gloriosi miracoli, nella propagazione della vera fede, il beato Fedele acceso di serafico ardore di spirito: per i meriti e l'intercessione di lui confermaci così, mediante la tua grazia, nella fede e nella carità, che meritiamo d'essere trovati fedeli nel tuo servizio fino alla morte. $Per Dominum [Lectio4] Fedele, nato a Sigmaringen, paese della Svevia, dalla onesta famiglia dei Rey, fin dalla prima età si distinse per doni singolari di natura e di grazia ond'era adorno. Dotato infatti di eccellente indole e formato al bene da un'ottima educazione, mentre conseguiva a Friburgo la laurea in filosofia e nel diritto civile ed ecclesiastico, si sforzava anche nella scuola di Cristo di raggiungere la vetta della perfezione colla pratica costante delle virtù. Quindi scelto a compagno di gentiluomini che visitavano varie regioni d'Europa, non cessò di eccitarli alla cristiana pietà sia colle parole sia colle opere. Anzi, durante questo viaggio si sforzò di mortificare con frequenti austerità i desideri della carne, e di rendersi padrone di se medesimo talmente che nelle circostanze diverse in cui si trovò, non si vide mai in lui movimento alcuno d'impazienza. Inoltre, valido difensore del diritto e della giustizia, dopo il ritorno in Germania si acquistò un nome celebre nella professione di avvocato; ma avendo sperimentato i pericoli di questa professione, risolvé d'entrare in una via più sicura dell'eterna salute, e, illuminato da chiamata dall'alto, chiese poco dopo di essere ammesso nell'ordine Serafico, tra i frati Minori Cappuccini. [Lectio5] Esaudito nella pia domanda, gran disprezzatore del mondo e di sé, subito fin dallo stesso noviziato, pronunziati poi i voti della professione solenne nella gioia dello spirito del Signore, divenne ancor più la ammirazione e il modello di tutti nella regolare osservanza. Dedito massimamente all'orazione e alle sacre lettere, eccellente anche nel ministero della parola per una grazia singolare, non solo ricondusse i Cattolici ad una vita migliore, ma ancora gli eretici alla conoscenza della verità. Fatto superiore in più conventi, egli esercitò la carica affidatagli con prudenza, giustizia, mansuetudine, discrezione e grande umiltà. Ardente zelatore della più stretta povertà, eliminava totalmente dal convento tutto ciò che gli sembrava meno necessario. Con austeri digiuni, veglie e discipline perseguitava se stesso d'un santo odio, ma verso gli altri mostrava un amore quasi di madre verso i figli. Una fiera pestilenza decimando crudelmente le truppe Austriache, egli si applicò generosamente ed assiduamente ai doveri di carità verso i malati i cui bisogni erano estremi. Di più, riuscì così bene nel comporre discussioni e nel sovvenire alle necessità del prossimo col consiglio e colla opera, che meritò di essere appellato il padre della patria. [Lectio6] Sommamente devoto della Vergine Madre di Dio e del suo rosario, per l'intercessione specialmente di lei e degli altri Santi domandò a Dio di concedergli di dare la vita e il sangue in servizio della fede cattolica. E siccome questo ardente desiderio s'accendeva ogni giorno più nella devota celebrazione del s. Sacrificio, per mirabile disposizione di Dio avvenne che il forte atleta di Cristo fosse scelto a dirigere quelle missioni, che la Congregazione di Propaganda Fide aveva allora istituito nei Grigioni. Egli accolse l'ardua carica con pronto e lieto animo, e la esercitò con tanto ardore, che, convertiti molti eretici alla fede cattolica, fece nutrire non piccola speranza di riconciliare alla Chiesa, e a Cristo tutta quella gente. Dotato del dono di profezia, predisse più volte i mali che minacciavano i Grigioni e la morte che gli avi ebbero fatta subire gli eretici. Conscio appieno delle insidie che gli si preparavano, dopo essersi preparato al combattimento che gli soprastava, il 24 Aprile dell'anno 1622 si portò alla chiesa del luogo nominato Sévis; dove, dagli eretici, che la vigilia ve l'avevano insidiosamente invitato a predicare, simulando di convertirsi, interrotto il suo discorso con tumulto, dopo essere stato bastonato e ferito crudelmente, sostenne con cuore lieto e magnanime una morte gloriosa, consacrando col proprio sangue le primizie dei Martiri della sunnominata Congregazione; da allora prodigi e miracoli lo resero illustre, specie a Coirà e a Veldkirch dove si conservano le sue reliquie e riscuotono somma venerazione dal popolo. [Lectio94] Fedele, nato a Sigmaringen, paese della Svevia, dalla onesta famiglia dei Rey, si acquistò un nome celebre nella professione di avvocato; ma avendo sperimentato i pericoli di questa professione, si dimise e, illuminato da chiamata dall'alto, chiese di essere ammesso tra i frati Minori Cappuccini. Esaudito nel prender i voti, divenne la ammirazione e il modello di tutti nella regolare osservanza. Sommamente devoto della Vergine Madre di Dio e del suo rosario, domandò a Dio di di morire martire per la fede cattolica, come anche avvenne. Eletto infatti direttore delle missioni, che la Congregazione di Propaganda Fide aveva allora istituito nei Grigioni, non risparmiandosi alcun travaglio avendo convertito molti eretici alla fede cattolica, subì l'invidia dei malvagi. Pertanto il 24 Aprile dell'anno 1622, alla chiesa del luogo nominato Sévis, bastonato e ferito dagli eretici, che simulando la conversione lo avevano invitato dolosamente, consacrò col proprio sangue le primizie dei Martiri della sunnominata Congregazione. &teDeum