[Officium] S. Joannis Damasceni Confessoris [Name] Giovanni [Oratio] Dio onnipotente ed eterno, che per sostenere il culto delle sacre immagini riempisti il beato Giovanni di dottrina celeste e d'ammirabile spirito di fortezza: concedici per sua intercessione e a suo esempio, d'imitare le virtù e di sperimentare il patrocinio di quelli di cui veneriamo le immagini. $Per Dominum [Lectio4] Giovanni, detto Damasceno dal nome della sua patria, nacque da nobile famiglia, e fu istruito nelle lettere umane e divine a Costantinopoli dal monaco Cosma; e siccome in quel tempo l'imperatore Leone Isaurico aveva dichiarato un' empia guerra al culto delle sacre immagini, Giovanni, per invito del Romano Pontefice Gregorio III difese con ardore e colla parola e cogli scritti la santità di questo culto. Questo zelo gli suscitò contro l'ira di Leone a tal segno, che questi con false lettere lo accusò di tradimento presso il califfo di Damasco, di cui Giovanni era e consigliere e ministro. Il principe, credulo alla frode, ordinò di recidere la destra a Giovanni che protestava con giuramento contro siffatta calunnia. Ma la Vergine santissima venne in soccorso del suo fedele servo, che l'aveva implorata d'aiuto con fervida preghiera, e ne vendicò l'innocenza riunendo, con insigne beneficio, così bene la tronca mano al braccio, come se non ne fosse stata mai separata. Tocco profondamente da questo miracolo, Giovanni risolse di compiere quanto aveva concepito da lungo tempo. Pertanto ottenuto dal califfo, sebbene a malincuore, il congedo, distribuì tutti i suoi averi ai poveri, e donò la libertà ai suoi schiavi; indi percorse da pellegrino i luoghi santi della Palestina, e poi si ritirò insieme col suo maestro Cosma nella laura di san Saba presso Gerusalemme, dove fu ordinato prete. [Lectio5] Nella palestra della vita religiosa diede ai monaci esempi illustri di virtù, particolarmente di umiltà e di obbedienza. Rivendicava come suoi propri gli uffici più vili del monastero, e li adempiva con diligenza. Avuto l'ordine d'andare a vendere delle piccole sporte fatte da lui a Damasco, la città cioè dove una volta aveva ricevuto i più grandi onori, vi raccoglieva con santa avidità le derisioni e gli scherni del volgo. Praticò sì bene l'obbedienza, che non solo era pronto ad ogni minimo cenno dei superiori, ma non si credeva mai permesso di sindacare il motivo degli ordini che riceveva, per quanto difficili ed insoliti potessero essere. In mezzo agli esercizi di queste virtù, egli non cessò mai di difendere con zelo il domma cattolico sul culto delle sante immagini. Ond'è che come già prima Leone Isaurico, così poi provocò contro di sé l'odio e le vessazioni di Costantino Copronimo; tanto più che riprendeva liberamente l'arroganza di questi imperatori, che osavano trattare di cose di fede e pronunziar sentenza a lor talento su tale materia. [Lectio6] Fa certo meraviglia il gran numero di scritti in prosa e in versi composti da Giovanni sia per difendere la fede, sia per favorire la pietà; degno al certo delle lodi grandissime tributategli dal secondo concilio di Nicea, e del nome di Crisorroas, cioè fiume d'oro, datogli a motivo della sua eloquenza. Né difese solamente la fede ortodossa contro gli Iconoclasti ; ma combatté con zelo quasi tutti gli eretici, principalmente gli Acefali, i Monoteliti, i Patripassiani. Rivendicò egregiamente i diritti ed il potere della Chiesa. Affermò altamente il primato del Principe degli Apostoli; e lo appella spesso il sostegno delle chiese, la pietra infrangibile, il maestro e l'arbitro dell'universo. Tutti i suoi scritti poi non si distinguono soltanto per l'erudizione e la dottrina, ma respirano altresì un profondo sentimento di pietà, sopra tutto quando discorre delle lodi della Madre di Dio, alla quale portava un culto e amore singolare. Ma ciò che costituisce il più gran merito di Giovanni si è, che per il primo abbracciò con ordine logico tutta la teologia e spianò la via a san Tommaso per esporre con metodo sì chiaro la dottrina sacra. Infine quest'uomo santissimo, pieno di meriti e in età già avanzata, s'addormentò nella pace di Cristo circa l'anno 754. Leone XIII sommo Pontefice concesse a tutta la Chiesa l'Ufficio e la Messa di lui, coll'aggiunta del titolo di Dottore. [Lectio7] Lettura del santo Vangelo secondo Luca !Luca 6:6-11 In quell'occasione Avvenne che un altro sabato Gesù entrò nella sinagoga a insegnare: e c'era un uomo colla mano destra inaridita. Eccetera. _ Omelia di san Pietro Crisologogo !Sermone 32 Quest'uomo è l'immagine di tutti gli uomini, la sua guarigione è quella di tutti, in lui la sanità attesa sì lungo tempo è resa a tutti. La mano di quest'uomo infatti s'era inaridita più per la paralisi della fede che per l'atrofia dei nervi, più per il peccato dell'anima che per l'indebolimento della carne. Questa malattia era molto antica e rimontava agli stessi primordi del mondo; e, contratta per castigo di Dio, non poteva essere guarita né dall'arte né dalle cure dell'uomo. Il quale aveva toccato ciò che gli era stato vietato, aveva oltrepassato i limiti della sua libertà, stendendo la mano all'albero della scienza del bene e del male: egli aveva bisogno non di uno che gli applicasse un rimedio corporale, ma che potesse revocare la sentenza promulgata, e sciogliere col perdono ciò che nel suo sdegno aveva legato. [Lectio8] In quest'uomo c'è soltanto la figura della nostra guarigione; la sanità perfetta ci è riservata in Cristo: essendo che allora la nostra mano miseramente inaridita riprende vigore, quando essa è irrorata dal sangue del Signore nella passione, quando è disteso su quel legno vitale della croce, quando raccoglie nel dolore la virtù fruttificante in buone opere, quando abbraccia tutto l'albero della salvezza, quando, inchiodato coi chiodi del Signore, il corpo non può tornare più all'albero della concupiscenza e della voluttà che l'ha inaridito. «E disse all'uomo dalla mano inaridita: Alzati su, qua in mezzo» (Luc. 6,8) protestando della tua propria debolezza, traendo la tua salvezza dalla pietà di Dio, attestando la potenza divina, rendendo manifesta l'incredulità dei Giudei: alzati su, qua in mezzo: e gli insensibili a sì grandi miracoli, gli induriti davanti a guarigione sì miracolosa, si lascino almeno vincere dalla pietà che ispira una debolezza sì deplorevole. [Lectio9] Disse all'uomo: Stendi la mano; il quale la stese, e la mano gli tornò sana » (Luc. 6,10). Stendi la mano: l'ordine divino la scioglie, come già l'ordine divino l'aveva legata. Stendi la mano: la pena cede alla voce del giudice, la creatura intende la voce di Dio, il creatore si scopre al suo perdono. Pregate, fratelli, che il male di siffatta debolezza non offuschi che la sola sinagoga, che nella Chiesa non ci sia uomo dalla mano inaridita per cupidigia, contratta per avarizia, indebolita per rapina, malata e stretta per attaccamento alle ricchezze; ma se questo male incoglierà qualcuno, ascolti egli il Signore, stenda subito la mano ad opere di pietà, la apra in opere di misericordia, e la allarghi in elemosine. Non sa trovar la guarigione, chi non sa dare ai poveri per l'anima sua. &teDeum