[Officium] S. Cyrilli Episc. Alexandrini Confessoris Ecclesiae Doctoris [Name] Cirillo [Oratio] O Dio, che il tuo beato Confessore e Vescovo Cirillo rendesti invitto difensore della divina maternità della beatissima Vergine Maria: concedi, per sua intercessione, che come noi la crediamo vera Madre di Dio, così veniamo salvati mercé la sua materna protezione. $Per eumdem [Lectio4] Cirillo d'Alessandria, il cui elogio non si fonda soltanto sulla testimonianza di alcuni, ma è celebrato altresì negli atti dei concili ecumenici di Efeso e di Calcedonia, nacque da illustri genitori, era nipote di Teofilo vescovo di Alessandria, e fin da giovanetto diede chiari segni d'ingegno superiore. Perfettamente istruito nelle lettere e nelle scienze, si recò presso Giovanni vescovo di Gerusalemme, affin di perfezionarsi nella fede cristiana. Tornato poi ad Alessandria, ed essendo morto Teofilo, fu innalzato a quella sede: nella qual carica mostrò sempre sì bene in se stesso il tipo del perfetto pastore tracciato dall'Apostolo, da acquistarsi a buon diritto la riputazione di prelato santissimo. [Lectio5] Infiammato di zelo per la salvezza delle anime, mise ogni diligenza a mantenere nella fede e integrità di costumi il gregge affidatogli e a preservarlo dai pascoli avvelenati degl'infedeli ed eretici. Quindi si sforzò d'espellere dalla città i seguaci di Navato e di punire, secondo le leggi, i Giudei che, nella loro frenesia, avevano cospirato di massacrare i Cristiani. Ma lo zelo di Cirillo per l'integrità della fede cattolica si mostrò sopra-tutto contro Nestorio vescovo di Costantinopoli, il quale pretendeva che Gesù Cristo nato da Maria Vergine fosse solo uomo e non Dio, e che la divinità gli fosse stata accordata in grazia dei suoi meriti; dopo aver tentato invano di ridurlo a resipiscenza, lo denunziò al sommo Pontefice san Celestino. [Lectio6] Per delegazione di Celestino, egli presiedé al concilio di Efeso, in cui l'eresia Nestoriana fu interamente proscritta, Nestorio condannato e deposto dalla sua Sede, e il domma cattolico di una sola e divina persona in Cristo, e della divina maternità della gloriosa Vergine Maria proclamato, applaudendo l'intero popolo, il quale a manifestare l'irrefrenabile gioia accompagnò i vescovi a casa con faci accese. Ma appunto perciò Cirillo ebbe a subire calunnie, ingiurie e moltissime persecuzioni da Nestorio e da' suoi fautori; le quali egli sopportò colla massima pazienza, così che, sollecito soltanto della fede, stimava un niente tutto quanto gli eretici dicevan e macchinavano contro di lui. Finalmente, dopo d'aver sostenuto per la Chiesa di Dio le più grandi fatiche, e pubblicati moltissimi scritti sia a confutazione dei pagani ed eretici sia a spiegazione delle sacre Scritture e del domma cattolico, fece una santa fine nell'anno 444, nei trentesimo secondo di episcopato. Il sommo Pontefice Leone XIII estese a tutta la Chiesa e la Messa di questo illustrissimo campione della fede cattolica, luminare delta chiesa Orientale. [Lectio94] San Cirillo d'Alessandria era nipote di Teofilo, vescovo d'Alessandria. Già da giovane mostrò di possedere un'intelligenza spiccata. Dopo la morte di Teofilo, fu eletto suo successore. Si fece modello del gregge e si acquistò fama di pastore capacissimo. La sua passione per la purezza della dottrina cristiana ebbe modo di manifestarsi in occasione della sua lotta contro il vescovo di Costantinopoli, Nestorio, il quale sosteneva che Cristo, nascendo da Maria, non era Dio, ma semplice uomo, e che la divinità gli fu conferita in un secondo momento come premio dei suoi meriti. Cirillo tentò di fargli ritrattare gli errori; non riuscendovi, citò Nestorio presso il papa san Celestino. Fu nominato legato pontificio, dallo stesso papa, per dirigere alcune sedute del concilio di Efeso, nel quale venne censurata la dottrina di Nestorio, si condannò lo stesso Nestorio, che venne espulso dalla sua sede vescovile, e venne proclamato il dogma che in Cristo vi è una sola persona, quella del Verbo, e che la vergine Maria è madre di Dio. Gli interessava soltanto di difendere la fede, per la quale ebbe anche a sopportare numerose sofferenze. Lavorò instancabilmente per la Chiesa di Dio e scrisse numerosi libri. Morì santamente nel 444, dopo essere stato vescovo trentun anni. &teDeum