[Officium] S. Titi Episcopi et Confessoris [Name] Tito [Oratio] O Dio, che adornasti il tuo beato Confessore e Vescovo Tito delle virtù degli apostoli; per i meriti ed intercessione di lui concedi, che, vivendo in questo secolo con giustizia e pietà, meritiamo di giungere alla patria celeste. $Per Dominum [Lectio4] È risaputo come Tito vescovo dei Cretesi, appena iniziato per bocca dell'Apostolo Paolo ai sacramenti e ai misteri della fede cristiana, rifulse di tale luce di santità nella Chiesa allora nascente, che meritò d'essere annoverato tra i discepoli dello stesso santo Dottore dei Gentili. Chiamato a partecipare all'onere della predicazione, divenne così caro a Paolo per lo zelo nel predicare il Vangelo e per la sua fedeltà, ch'egli, venuto a Troade per il Vangelo di Cristo, dichiarò che il suo spirito non ebbe pace perché non vi trovò Tito, suo fratello. E poco dopo andando in Macedonia, così dimostra di nuovo il suo affetto verso di lui: «Ma colui che consola gli umili, Dio, ha consolato anche noi colla venuta di Tito» (2 Cor 7, 6). [Lectio5] Perciò inviato dall'Apostolo a Corinto, assolse con tanta sapienza e dolcezza questa missione, che consisteva principalmente nel raccogliere offerte dalla pietà dei fedeli per sollevare la povertà della Chiesa degli Ebrei, che non solo mantenne nella fede di Cristo i Corinti, ma eccitò in essi il desiderio, il pianto, l'emulazione per Paolo, ch'era stato il primo ad istruirli. Dopo aver fatti più viaggi per terra e per mare alfine di spargere la semente della divina parola fra i Gentili diversi per lingua e nazionalità, e dopo aver sostenuto con grande fermezza d'animo cure e fatiche per il trionfo della croce, approdò all'isola di Creta insieme con Paolo suo maestro. Scelto poi dall'Apostolo a vescovo di questa chiesa, non è a dubitare, giusta le istruzioni dello stesso Paolo, ch'egli si diportasse così bene in quella carica, da mostrare in se stesso, giusta il consiglio di Paolo suo maestro, «un modello di buone opere nella dottrina, nell'integrità, nella gravità» (Tit. 2, 7). [Lectio6] Pertanto, come una lucerna, egli diffuse la luce della religione fra coloro che giacevano, quasi sotto l'ombra della morte, nelle tenebre dell'idolatria e della menzogna. È tradizione ch'egli s'affaticasse validamente per inalberare il vessillo della croce fra i Dalmati. Finalmente pieno di meriti e di giorni, a 94 anni, il 4 di Gennaio, s'addormentò nel Signore colla preziosa morte dei giusti, e fu sepolto nella chiesa dove l'Apostolo l'avea stabilito prete. Il suo nome elogiato specialmente da san Giovanni Crisostomo e da san Girolamo, si legge lo stesso giorno nei Martirologio Romano: e Pio IX ordinò che la sua festa fosse celebrata da tutta la Chiesa. [Lectio94] Tito fu vescovo di Creta e discepolo di san Paolo. Per lo zelo nel predicare e per l'attaccamento al maestro, fu così caro a Paolo che questi, quando si recò in missione a Troade, confessò di essersi crucciato perché non aveva incontrato «suo fratello Tito». Quando, poco dopo. Paolo stava recandosi in Macedonia, ribadì il suo affetto per Tito, scrivendo: «Dio che consola gli oppressi, mi ha consolato attraverso il mio incontro con Tito». L'Apostolo lo inviò a Corinto con l'incarico precipuo di raccogliere fondi per aiutare la Chiesa degli ebrei, afflitta dalla miseria: l'incarico fu adempiuto con intelligenza. A causa del lavoro di evangelizzazione, che lo portava tra persone e in luoghi diversi, arrivò assieme con il suo maestro Paolo nell'isola di Creta. Scelto da Paolo come vescovo della Chiesa di Creta, diede innumerevoli esempi di bontà. Una tradizione afferma che egli abbia lavorato duramente per spiegare il simbolo della croce in Dalmazia. Morì nel Signore, ricco di meriti, all'età di novantaquattro anni. &teDeum