[Officium] S. Canuto Mart. [Oratio] O Dio, che ad illustrare la tua Chiesa ti degnasti di decorare il beato re Canuto della palma del martirio e di gloriosi miracoli concedi benigno, che, com'egli fu imitatore della passione del Signore, così noi, camminando dietro le sue vestigia, meritiamo d'arrivare ai gaudi eterni. $Per eumdem [Lectio4] Canuto IV figlio di Suenone Estrizio re dei Danesi, notevole per pietà ed onestà dei costumi, diede esempio di esimia santità dai primissimi anni. Ottenuto lo scettro paterno con somma acclamazione di tutti, cominciò ad impegnarsi con zero per promuovere la religione, aumentare le Chiese con redditi, ed ornarle con preziosi ornamenti. Allora acceso di zelo per propagandare la fede, avendo aggredito i regni barbari in giusto combattimento, soggiogò le nazioni vinte alla legge cristiana. Glorioso per numerose vittorie, ed accresciuto in ricchezze, lasciò il diadema regale ai piedi del Cristo crocifisso, sottoponendo se ed il regno a colui che è il Re dei re, e il Signore dei dominanti. Castigò il suo corpo con digiuni, cilici e flagelli. Assiduo nella preghiera e nella contemplazione, generosissimo verso i poveri, fu sempre benefico verso tutti: né mai si allontanò dai sentieri della giustizia e della legge divina. [Lectio5] Imbevuto di queste ed altri virtù, il santo re si avvicinava al supremo vertice della perfezione. Ma accadde che il regno di Inghilterra fosse invaso dal duca Guglielmo di Normandia, con un esercito formidabile. Siccome gli Inglesi imploravano l'aiuto dei Danesi, avendo il re decretato di soccorrerli, affidò la spedizione di guerra al fratello Olao. Questi sedotto dalla bramosia di governare, voltò le armi a danno del re, eccitati i soldati ed il popolo contro di lui. Né mancarono scintille alla ribellione. Infatti il re, avendo promulgato le leggi e sancito che si dovevano pagare le decime alle chiese, conservare i comandamenti di Dio e della Chiesa, e punire i trasgressori, numerosi uomini scellerati e perversi, esacerbati, cominciarono prima a ribellarsi, poi a sobillare la plebe, ed infine a tendere insidie al santissimo re. [Lectio6] Sapendo dunque il re, preveggente del futuro, che la morte gli era vicina a causa della giustizia; preannunciatagli questa, partì per la chiesa di sant'Albano Martire ad Otonia, come al luogo della battaglia: e rafforzato con i sacramenti, affidava la sua lotta al Signoret. Presto mentre ivi confluiva la moltitudine dei congiurati, tentarono di dar fuoco alla chiese, rompere le porte e fare irruzione all'interno. Poiché non riuscivano a compiere ciò, avvicinatisi alle finestre, non smisero di lanciare con gran forza sassi e frecce al santo re, che pregava inginocchiato per i suoi nemici: finché per i colpi di pietra e proiettili, ed infine percosso con una lancia, cadendo a braccia stese davanti all'altare, fu coronato di un glorioso martirio, mentre sedeva sul trono apostolico Gregorio VII. Poi Dio illustrò il suo martire con molti miracoli. Infatti, essendo la Danimarca oppressa per una grave carestia e diverse calamità, subì le pene del sacrilegio commesso. Inoltre molti afflitti con gravi malattie ottennero rimedio e guarigione presso il suo sepolcro. Tentando la regina di impadronirsi di note del suo sacro corpo e di trasferirlo in altro luogo, spaventate da un grande splendore emesso dal cielo, desistette dal suo proposito.