03-13# Regola di S. Benedetto. Capitolo 35: Il servizio della cucina _ I fratelli si servano a vicenda e nessuno sia dispensato dal servizio della cucina, se non per malattia o per un impegno di maggiore importanza, perché così si acquista un merito più grande e si accresce la carità. Ma i più deboli siano provveduti di un aiuto, in modo da non dover compiere questo servizio di malumore; anzi, è bene che, in generale, tutti abbiano degli aiuti in corrispondenza alla grandezza della comunità e alle condizioni locali. In una comunità numerosa il cellerario sia dispensato dal servizio della cucina, come anche i fratelli che, secondo quanto abbiamo già detto, sono occupati in compiti di maggiore utilità, ma tutti gli altri si servano a vicenda con carità. Al sabato il monaco che termina il suo turno settimanale, faccia le pulizie. Si lavino gli asciugatoi usati dai fratelli per le mani e i piedi. Tanto il monaco che finisce il servizio, quanto quello che lo comincia, lavino i piedi a tutti. Il primo consegni puliti e intatti al cellerario tutti gli utensili di cui si è servito nel proprio turno. A sua volta il cellerario li affidi al fratello che entra in servizio, in modo da sapere quello che dà e quello che riceve.