Sant'Enrico primo. Imperatore Romano e Confessore, il cui giorno natalizio è ricordato il tredici di questo mese. A Lióne, in Frància, la deposizione di san Bonaventura, Cardinale e Vescovo di Albàno, Confessore e Dottore della Chiesa, dell'Ordine dei Minori, famosissimo per la dottrina e la santità della vita. La sua festa tuttavia si celebra nel giorno precedente. A Pavia san Felice, Vescovo e Martire. A Porto Romano, il natale dei santi Martiri Eutropio, e Zósima e Bonósa sorelle. A Cartagine il beato Catulino Diacono, sulle cui lodi sant'Agostino fece un discorso al popolo, e i santi Gennaro, Fiorénzo, Giùlia e Giusta Martiri, sepolti nella Basilica di Fàusto. Ad Alessàndria i santi Martiri Filippo, Zenóne, Narséo e dieci fanciulli. Nell'isola di Ténedo sant'Abudémio Martire, che patì sotto Diocleziano. A Sebaste, in Arménia, sant'Antioco medico, decapitato sotto il Preside Adriano. Perchè dal suo capo usciva latte invece di sangue, il carnefice Ciriaco si convertì a Cristo e subì anch'egli il martirio. A Nisibi, nella Mesopotàmia, il natale di san Giacomo, Vescovo di quella città, uomo di grande santità. Illustre per miracoli e per dottrina, fu, sotto la persecuzione di Galério Massimiano, del numero dei Confessori, i quali poi nel Concilio di Nicéa condannarono la perversità di Ario, opponendogli il dogma della consostanzialità; per le preghiere di lui e di sant'Alessandro Vescovo lo stesso Ario, sparse le viscere, ricevette a Costantinopoli la degna mercede della sua iniquità. A Nàpoli, in Campania, sant'Atanasio, Vescovo di quella città, il quale dall'empio nipote Sérgio fu molto maltrattato e cacciato dalla sede, e finalmente a Véroli, nel Lazio, consunto dagli stenti, se ne andò in cielo, al tempo di Carlo il Calvo. A Campi Salentina, nelle Puglie, san Pompilio Maria Pirrótti, Confessore, dell'Ordine dei Chierici Poveri della Madre di Dio delle Scuole Pie, illustre per la vita apostolica, da Pio undecimo, Pontefice Massimo, annoverato tra i Santi. A Palérmo l'Invenzione del corpo di santa Rosalia, Vergine Palermitana, Al tempo del Sommo Pontefice Urbano ottavo, ritrovato miracolosamente, nell'anno del Giubileo liberò la Sicilia dalla peste.