A Roma la passione dei santi sette fratelli Martiri, figli di santa Felicita Martire, cioè Gennaro, Felice, Filippo, Silvano, Alessandro, Vitale e Marziale, al tempo dell'Imperatore Antonino, mentre era Prefetto della città Publio. Tra essi Gennaro, dopo essere stato percosso con verghe e straziato nel carcere, fu ucciso con flagelli piombati; Felice e Filippo furono ammazzati con bastoni; Silvano fu gettato in un precipizio; Alessandro, Vitale e Marziale furono puniti con sentenza capitale. Così pure a Roma le sante Vergini e Martiri Rufina e Secónda sorelle, le quali, nella persecuzione di Valeriàno e Gallièno, furono sottoposte ai tormenti, e da ultimo, l'una percossa nel capo colla spada, l'altra decapitata, volarono al cielo. I loro corpi si conservano col dovuto onore nella Basilica Lateranense, vicino al Battistero. In Africa i santi Martiri Gennaro, Marino, Nàbore e Felice, decapitati colla spada. A Nicòpoli, nell'Arménia, i santi Martiri Leònzio, Maurizio, Danièle e Compagni; i quali, sotto l'Imperatore Licinio e il Preside Lisia, tormentati in vari modi, finalmente, gettati nel fuoco, compirono il corso del martirio. Nella Pisidia i santi Martiri Biànore e Silvano, i quali, avendo patito crudelissimi tormenti pel nome di Cristo, da ultimo furono coronati colla decapitazione. Ad Icònio nella Licaònia, sant'Apollònio Martire, che per mezzo della croce compì un illustre martirio. Presso Gand, in Fiandra, santa Amelbèrga Vergine.