San Giustino, Filosofo e Martire, del quale si fa memoria nel giorno precedente. A Roma, sulla via Appia, il natale dei santi Martiri Tibùrzio, Valeriàno e Màssimo, sotto l'Imperatore Alessàndro e il Prefetto Almàchio. Tra questi, i primi due, convertiti a Cristo per esortazione della beata Cecilia, e battezzati dal Papa sant'Urbano, in seguito, per la confessione della fede, percossi con bastoni, furono uccisi colla spada; Màssimo poi, cameriere del Prefetto, avendo anch'egli creduto in Cristo, commosso dalla loro fermezza, e confermato da un'angelica visione, fu battuto con verghe di piombo, finché non rese lo spirito. A Terni san Prócolo, Vescovo e Martire. Nello stesso giorno sant'Ardalióne commediante, il quale, mentre nel teatro scherniva i sacri misteri dei Cristiani, improvvisamente mutato, li confermò non solo con le parole, ma anche con la testimonianza del suo sangue. A Temi santa Donnina, Vergine e Martire, coronata con altre Compagne Vergini. Ad Alessàndria santa Tomàide Martire, la quale, non avendo voluto acconsentire alle peccaminose voglie di suo suocero, fu da lui percossa con la spada e spaccata a mezzo in due parti. A Lione, in Frància, san Lambérto, Vescovo e Confessore. Ad Alessàndria san Frontóne Abate, la cui vita rifulse per santità e per miracoli. A Roma sant'Abbondio, Mansionario della chiesa di san Pietro.