In Africa i santi Martiri Vittoriàno, Proconsole di Cartàgine, e due fratelli Aquiregénsi, come pure Fruménzio ed un altro Fruménzio, mercanti. Tutti questi, nella persecuzione dei Vàndali (come scrive Vittóre, Vescovo Africano), sotto il Re Ariano Unnerico, per la costanza della confessione cattolica, straziati da crudelissimi tormenti, furono gloriosamente coronati. Così pure nell'Africa san Fedéle Martire. Nello stesso luogo san Felice ed altri venti Martiri. A Cesarèa, nella Palestina, i santi Martiri Nicóne ed altri novantanove. Così pure le corone dei santi Martiri Domizio, Pelàgia, Aquila, Epàrchio e Teodósia. A Lima, nel Perù, san Turibio Vescovo, per la cui virtù si propagò in América la fede e la disciplina ecclesiastica. Ad Antiochia san Teódolo Prete. A Barcellóna, nella Spagna, san Giuséppe Oriól Prete, beneficiato della chiesa di santa Maria dei Re, celebre per ogni specie di virtù e particolarmente per la mortificazione del corpo, per l'esercizio della povertà e per la carità verso i poveri e gli infermi, il quale, glorioso per miracoli in vita e dopo morte, dal Papa Pio decimo fu iscritto nel numero dei Santi. A Cesarèa san Giuliano Confessore. In Campania san Benedétto Monaco, il quale, chiuso dai Goti in un forno ardente, il giorno seguente vi fu trovato illeso.